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Bruciata dall’ex, Antonietta Rositani è uscita da coma: è cosciente

Antonietta Rositani è uscita dal coma ed è vigile, ma resta ricoverata in rianimazione. “La mia bambina è cosciente e mi parla. Ha una vocina debole, da bambina indifesa, ma almeno può parlare”. Così a Fanpage.it. il papà di Maria Antonietta Rositani, la mamma calabrese bruciata dall’ex, Ciro Russo, lo scorso marzo.
A cura di Angela Marino
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"È vigile e cosciente. Mi ha parlato, con una vocina che sembra quella di una bimba smarrita, ma mi ha parlato". Così a Fanpage.it Carlo Maurizio Rositani, il papà di Maria Antonietta, la donna a cui l'ex marito, Ciro Russo, ha dato fuoco lo scorso 13 marzo. La mamma 42enne di Reggio è uscita dal coma, è cosciente e respira autonomamente, anche se è ancora ricoverata nel reparto di rianimazione del Policlinico di Bari, dove si trova da quattro mesi per le gravissime ustioni subite. Le sue condizioni si sono aggravate nei giorni scorsi, quando all'ennesimo intervento chirurgico è seguita una grave complicazione.

"La mia bambina sta meglio, è debole e piena di paure, ma almeno può parlare con me". Negli ultimi giorni il parcheggio del policlinico di Bari è stato quartier generale di troupe televisive e giornalisti, ma anche di persone comuni determinate a portare di persone il proprio sostegno alla famiglia della giovane mamma in fine di vita. "Una delle persone sconosciute e diventare amiche a causa della tragedia, mia ha portato del brodo per la mia Antonietta. Molte persone ci stanno vicino con un pensiero delicato come questo, ma anche con messaggi, telefonate e preghiere. Ringrazio tutti dal cuore", dice ancora papà Rositani. A casa ad aspettare la sua mamma c'è il piccolo William, il figlio della giovane infermiera di Reggio.

"Non ho più favole da raccontare al mio nipotino, ogni sera chiede della mamma e del piccolo Diuk, il cagnolino morto bruciato nell'auto di Antonietta il giorno dell'aggressione"."Quanto a quello che è successo a mia figlia- conclude papà Rositani – ripeto che lo Stato ha gravissime responsabilità. La mia bambina aveva denunciato e credeva di essere protetta e di essere al sicuro, invece non era così. Nessuno si è accorta che il Russo ha evaso i domiciliari e ha percorso 500 chilometri per aggredirla, nessuno ha fatto niente per fermarlo. Non c'è dubbio, lo Stato da questa storia esce perdente".

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