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Bologna, badante denuncia stupro di gruppo: “Violentata da cinque uomini”

La violenza, cui avrebbero partecipato cinque uomini, sarebbe avvenuta in un’officina tra il 23 e 24 luglio scorso. La donna sarebbe stata picchiata e minacciata di morte. L’avvocato: “La mia cliente è una lavoratrice e madre di famiglia. Questa storia l’ha devastata e adesso si aspetta giustizia”.
A cura di Biagio Chiariello
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“Mi hanno costretta a salire sulla loro auto, poi mi hanno portato in un’officina e mi hanno violentata, a turno, tutta la notte, chiudendomi dentro". Un racconto agghiacciante quella di una donna di 40 anni, di nazionalità romena, che ha denunciato di aver subito uno stupro di gruppo nella notte fra giovedì e venerdì in una officina di Bologna. Stando a quanto raccontato dalla presunta vittima alla polizia, intervenuta sul posto l’altro giorno assieme al 118, tutto sarebbe iniziato intorno alle 22 del 23 luglio quando la donna, uscendo da un bar, mentre si dirigeva verso casa, sarebbe stata avvicinata da un’auto scura con alcuni uomini a bordo. "Uno lo conoscevo", ha raccontato la badante. Il gruppo, cinque persone, l’avrebbe quindi costretta a salire in auto, dirigendosi poi verso un’officina in zona, dove si sarebbe consumata lo stupro: "Mi hanno portato dentro – racconta nella denuncia, come riporta il Resto del Carlino – e mentre assumevano coca e bevevano, mi hanno chiesto di spogliarmi. Io ho detto di no e allora mi hanno minacciata di morte. Mi hanno picchiata. E poi, a turno, hanno abusato tutti di me".

"Erano italiani, romeni e albanesi", precisa in denuncia. "Mi hanno sbattuto la testa contro il muro e mi hanno detto che se avessi urlato mi avrebbero ammazzata. Soltanto quando era era ormai giorno – dice ancora – l’ultimo se ne è andato dicendo che andava a prendere un panino. In realtà mi ha chiuso dentro a chiave e io, dopo aver ritrovato il cellulare che mi avevano tolto, ho prima chiamato il mio compagno, per chiedergli aiuto, e poi la polizia". La 40enne è stata portata al pronto soccorso del Maggiore e sottoposta al protocollo Eva, per le vittime di violenza sessuale. Ha riportato una prognosi di 7 giorni. Gli agenti hanno acquisito i video della sorveglianza dell‘officina e ha ascoltato il titolare, che si sarebbe dichiarato estraneo alle accuse e avrebbe detto che il rapporto sarebbe stato consenziente e di aver chiuso la donna dentro i locali perché voleva dormire e si rifiutava di uscire. Una tesi che dovrà essere chiarita. "La mia assistita – chiude l’avvocato Marino – è una lavoratrice e madre di famiglia. Questa storia l’ha devastata e adesso si aspetta giustizia".

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