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Bari, 16 anni di carcere per aver soffocato la figlia: “Padre affetto da sindrome di Munchausen”

La Corte di Assise di Bari ha condannato a 16 anni di reclusione Giuseppe Difonzo, accusato di aver ucciso la figlia di 3 mesi soffocandola nel sonno durante un ricovero in ospedale nel 2016. I giudici hanno riqualificato il reato da omicidio volontario in omicidio preterintenzionale, escludendo anche l’aggravante della premeditazione.
A cura di Susanna Picone
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Sedici anni di carcere per aver ucciso sua figlia Emanuela. È la sentenza della Corte di Assise di Bari nei confronti del trentunenne di Altamura Giuseppe Difonzo, accusato di aver ucciso la figlioletta di tre mesi soffocandola nel sonno mentre la piccola era ricoverata in ospedale. Nei confronti dell'imputato, presente in aula come in tutte le udienze del processo iniziato circa un anno fa, i giudici hanno riqualificato il reato da omicidio volontario in omicidio preterintenzionale, escludendo anche l'aggravante della premeditazione. Riqualificati in lesioni personali volontarie aggravate gli altri due reati di cui l’imputato doveva rispondere, due tentati omicidi contro la figlioletta che sarebbero avvenuti in casa. Secondo i giudici, Giuseppe Difonzo non tentò di uccidere la bambina. Bambina che poi morì per mano del padre la notte tra il 12 e il 13 febbraio del 2016 all’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari. L’accusa aveva chiesto l’ergastolo con isolamento diurno per Difonzo.

L'uomo condannato anche per aver violentato una quattordicenne – Secondo la Procura il giovane padre sarebbe affetto dalla sindrome di Munchausen per procura, una patologia che consiste nel fare del male ad altre persone per attirare su di sé l'attenzione. Tale malattia, mai diagnosticata con certezza, per la Procura potrebbe dunque aver condizionato i comportamenti aggressivi di Difonzo sulla sua bambina. La piccola era nata nell'ottobre 2015 ed era stata ricoverata per 67 giorni in meno di tre mesi a causa di crisi respiratorie provocate, secondo l'accusa, sempre dal padre. Difonzo è detenuto per il delitto dal novembre 2016 ma all'epoca era già in carcere per violenza sessuale su una minorenne, una ragazza di quattordici anni, per la quale è stato condannato con rito abbreviato alla pena di tre anni di reclusione.

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