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Addio a Polpetta, il cane amico dei bimbi all’Ospedale Meyer: “Ha regalato migliaia di sorrisi”

“La sua mossa vincente era sdraiarsi a pancia all’aria e muovere la coda a gran velocità. Così, nella sua lunga carriera, ha consolato migliaia di lacrime” hanno raccontato dall’ospedale pediatrico fiorentino.
A cura di Antonio Palma
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L'ospedale pediatrico Meyer di Firenze perde uno dei suoi collaboratori storici per la pet therapy dei bimbi: il cane Polpetta. L'esemplare di barboncino per  tanti anni è stata una figura abituale tra piccoli pazienti e medici dell'ospedale pediatrico fiorentino, consolandoli nei momenti di sconforto e dolore e regalando loro tanti sorrisi

A darne il triste annuncio della morte di Polpetta nelle scorse ore è stata la stessa Fondazione del Meyer attraverso  i suoi social, innescando una valanga di ricordi affettuosi da parte dei genitori e familiari dei piccoli  pazienti che hanno condiviso migliaia di foto e testimonianze.

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"Anche nelle situazioni più difficili, aveva una mossa vincente: si sdraiava con la pancia all’aria e muoveva la coda, a gran velocità. Così, nella sua lunga carriera, ha consolato migliaia di lacrime e regalato altrettanti sorrisi" è il ricordo dell'ospedale dal quale aggiungono: "Oggi tutto il Meyer saluta e ringrazia Polpetta, un dottore speciale, amatissimo da tutti i bambini".

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Del resto Polpetta, che faceva parte dell'associazione Antropozoa e viveva nella fattoria socioterapeutica del gruppo, da anni entrava scodinzolando nei reparti per portare sorrisi, ridurre lo stress e aiutare a diminuire la paura nei piccoli ricoverati.

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"É stato proprio grazie a Polpetta se mio figlio non urlava più durante i prelievi" ha raccontato una mamma, "Ciao polpetta e grazie a te che mia figlia si è alzata dal letto e ha ripreso a vivere" ha rivelato un latro genitore, "Sei stato un raggio di sole per noi infermieri" è il ricordo di uno dei sanitari.

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"Da poche ore si è diffusa la notizia e siamo stati letteralmente travolti da messaggi, pensieri, ricordi, fotografie" ha rivelato Francesca Mugnai, presidente di Antropozoa, aggiungendo: "Abbiamo capito che il nostro Popi non ha lasciato solo un immenso vuoto in noi, la famiglia con cui è cresciuto in ogni momento di questi 12 anni. Polpetta ha lasciato un vuoto in tantissime persone che ha incontrato nel suo cammino negli ospedali, nelle carceri, nelle scuole, nelle residenze per anziani. Ovunque entrava, lasciava un segno nel cuore e nella memoria".

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