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Addio a Fahkra Younas, la donna che fu sfregiata con l’acido

Dopo aver scritto le sue memorie, era diventata il simbolo di tutte le donne che subiscono la sorte di essere sfigurate dai propri mariti. Si è uccisa sabato scorso a Roma.
A cura di Nadia Vitali
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Dopo aver scritto le sue memorie, era diventata il simbolo di tutte le donne che subiscono la sorte di essere sfigurate dai propri mariti. Si è uccisa oggi a Roma.

Poco più di trent'anni e 39 interventi chirurgici subiti al volto, nella speranza di riconquistare un sorriso che le era stato lavato via in pochi istanti, mentre l'acido le corrodeva i tessuti e l'anima, sfigurandola per sempre e condannandola ad un'esistenza infelice: troppo infelice da poter sopportare, al punto che Fahkra Younas, alla fine, ha scelto di non voler più trascinare il suo dolore con sé. La mattina dello scorso sabato, 17 marzo, si è gettata dal sesto piano della palazzina in cui viveva, a Tor Pagnotta, nella periferia romana. Non ha lasciato niente di scritto, un saluto o una ragione: non aveva bisogno di dare spiegazioni a nessuno. In Italia era arrivata nel 2001, con il figlio Nauman oggi adolescente al seguito, nel tentativo di ricostruirsi una vita e una faccia; seguita da quel chirurgo che l'aveva operata decine di volte e da uno psichiatra, dal quale però non andava tanto, ultimamente.

Il volto cancellato era il titolo del libro che aveva scritto in Italia, in cui raccontava la sua triste storia: la bellissima danzatrice era stata sposata con il figlio di un politico pachistano al quale aveva chiesto il divorzio, incapace di subire per sempre vessazioni di ogni tipo. Assieme al figlio era andata a vivere in una casa diversa da quella condivisa col marito che, per punirla, la sfigurò nel sonno con l'acido; non si arrese Fahkra Younas. Scappò in Italia, nel tentativo di lasciarsi alle spalle Karachi, il Pakistan, i suoi fantasmi ed i suoi incubi. Cercò il proprio percorso ed il proprio viso: narrò la sua vicenda, diventando simbolo di quell'emancipazione che in alcuni paesi islamici non è un semplice miraggio ma qualcosa di neanche lontanamente concepibile, e si sottopose al bisturi innumerevoli volte. Le sue parole vennero tradotte e lette in molte lingue, mentre Fakkra oscillava tra la serenità ed i momenti in cui il dolore e le ferite, del corpo e dell'anima, tornavano ad assillarla; come è accaduto l'ultima volta, sabato scorso, quando non ha avuto più la forza di lottare.

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