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Alessandro Di Battista: “Se Silvio Berlusconi mi provoca, tornerò ad Arcore”

L’ex deputato del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista, replica all’articolo del Giornale sull’azienda di famiglia e attacca Silvio Berlusconi: “Se provocate mi tocca tornare ad Arcore sotto la villa del vostro padrone. Stavolta però per leggere dei pezzi della sentenza sulla trattativa Stato-Mafia. L’avete voluto voi evidentemente”.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’ex deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista torna a ingaggiare un duello a distanza con Silvio Berlusconi dopo la notizia riportata dal Giornale sui debiti non pagati dall’azienda di famiglia. “Io – scrive Di Battista su Facebook nella sua replica – sono così calmo e tranquillo ultimamente, ma se provocate mi tocca tornare ad Arcore sotto la villa del vostro padrone. Stavolta però per leggere dei pezzi della sentenza sulla trattativa Stato-Mafia. L'avete voluto voi evidentemente”.

Di Battista parte dall’articolo del Giornaledi Sallusti/Berlusconi alla mia famiglia. Parliamo dello stesso giornale che mesi fa intitolò in prima pagina: ‘Furbata Di Battista, si ritira dalla politica ma piazza il padre in Parlamento’. Lo stesso giornale che l'anno scorso diede spazio – senza fare verifiche – al suo padrone Berlusconi quando disse che ‘non avevo studiato, non mi ero laureato etc etc’. Oggi, udite udite, tramite una visura camerale – una roba pubblica insomma – scopre che la piccola azienda di famiglia (3 dipendenti tra cui mia sorella) ha difficoltà. Ebbene sì, la nostra azienda va avanti, con enormi difficoltà. Mio padre, ad oltre 70 anni, lavora come un matto. Il carico fiscale è enorme. L’azienda ha avuto difficoltà a pagare puntualmente i 3 dipendenti (tra cui mia sorella). Ciononostante l’azienda tira avanti, così come tante altre, sperando che i colpevoli, che oltretutto oggi provano, in modo scomposto, a fare i carnefici, vengano cacciati, una volta per tutte, dalle Istituzioni”.

L’ex deputato del M5s continua: “Vi dico una cosa: Grazie. Pensate di indebolirmi ma ottenete il contrario. Oggi, grazie a voi, ogni piccolo imprenditore italiano sa che un ex-parlamentare, quando era in Parlamento, non si è occupato dell'azienda di famiglia”. E ancora: “Ho visto che Renzi ci si è subito buttato a pesce su questa stupidaggine. Caro Matteo, so che ti brucia ancora che uno come me, senza guru della comunicazione, senza TV dalla sua parte, solo con un motorino, ti ha fatto il ‘culo’ al referendum costituzionale. Cerca però di essere più discreto, così si nota troppo”.

Infine, un altro riferimento esplicito a Berlusconi: “Vi ricordate quando B. si burlò di me dicendo, per l'appunto, che non avevo studiato, che ero fuori corso etc etc. L'ho querelato e lui alla fine ha accettato di scrivere la letterina che vi allego qui sotto. Quando torno me la stampo, ci faccio una gigantografia e l'attacco al muro tra il diploma di laurea e quello del master. Ovviamente dopo averne mandata una copia a Sallusti chiedendogli, come sempre, di obbedire al suo padrone e di chiamarmi ‘Illustre Signor Dottor Di Battista’”.

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