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Opinioni

A chi fa comodo il Porcellum?

Un editoriale di Ezio Mauro riapre, o meglio rafforza, il dibattito sulla necessità di cambiare la legge elettorale. E se il Parlamento non sarà in grado di cancellare il Porcellum, ci pensino i partiti a garantire la democrazia. Con le primarie.
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Primarie e legge elettorale

Dopo la bocciatura del referendum per l'abolizione del Porcellum la discussione sulla necessità di dotare in ogni caso il nostro Paese di una legge elettorale "decente" sta assumendo contorni chiari e ben definiti. In buona sostanza secondo un'opinione comune alla quasi totalità degli analisti, alla quasi totalità delle forze presenti in Parlamento, alla quasi totalità dell'opinione pubblica, questa legge risulta inappropriata, illiberale, antidemocratica, ingiusta e via discorrendo: insomma, senza giraci intorno, resta la porcata d'autore dell'ex ministro Calderoli.

Su questa linea allo sdegno per la decisione della Consulta (tra l'altro nel giorno del No all'arresto di Nicola Cosentino), hanno fatto seguito le prime iniziative di una certa rilevanza (come "Io voto chi mi fa scegliere") che hanno restituito al parlamento, o meglio ai partiti, la responsabilità della risoluzione di quella che è giudicata una vera e propria emergenza democratica. Sulla stessa linea un apprezzato editoriale di Ezio Mauro che, stante l'evidente inadeguatezza della legge attuale, commenta:

Per i partiti e il Parlamento è un'opportunità e una sfida. Possono essere soggetti del cambiamento della politica, oppure saranno costretti a subirlo. Sono capaci ad aprire subito un confronto per rifare la legge? Ma prima ancora: sono pronti a impegnarsi fin d'ora, subito, a non andare alle prossime elezioni con questa legge elettorale?

Ma non basta, perché se anche non si riuscisse a trovare la "quadratura del cerchio", dal momento che le posizioni sul modello da adottare restano molto lontane, i partiti (e in particolare il Partito Democratico) potrebbero comunque scegliere la linea della responsabilità e della decenza, "se la legge non cambierà (il Pd si impegni, ndr) a scegliere tutti i suoi candidati attraverso le primarie. In questo modo, restituirebbe da solo ai cittadini ciò che la "porcata" ha loro tolto. E diventerebbe l'apriscatole del sistema". Una proposta che nei tratti essenziali ricalca quella di Pippo Civati e del laboratorio Prossima Italia e che in fin dei conti non ha mai entusiasmato l'alta dirigenza democratica. Prova ne è stata il "compromesso" raggiunto dall'assemblea nazionale dello scorso fine settimana, anche se, come sottolinea Ivan Scalfarotto in un breve commento, al di là dei tecnicismi e degli ODG, "la notizia di sabato è quindi che il PD non nominerà i suoi parlamentari nella prossima legislatura. Non mi pare male".

A CHI CONVIENE VOTARE QUESTA LEGGE? – In condizioni normali, dunque, una legge giudicata indecorosa non avrebbe motivo di "esistere" e continuare a regolare l'essenza stessa della democrazia rappresentativa. E quindi, cosa impedisce di liberarsi del tanto bistrattato porcellum? Si tratta esclusivamente dell'incapacità di raggiungere una sintesi condivisa e accettabile tra le diverse anime del Parlamento? In parte. Già, perchè se è innegabile che intorno al modello da adottare sussitsono punti di vista anche incompatibili (e distanti anche all'interno dello stesso partito), allo stesso modo la "base concettuale ed operativa" del Porcellum fa comodo a molti, forse a troppi. In primo luogo la possibilità di nominare i parlamentari, lasciando ai propri elettori una semplice ratifica di decisioni già prese, rappresenta concettualmente l'apogeo della "monade – partito", che custodisce le leve principali della sovranità popolare. Intorno alla "scelta" dei parlamentari in pectore si muove di conseguenza il magma delle correnti, delle strutture di partito, dei gruppi di interesse e dei centri di potere territoriali, la cui "presenza" acquista una legittimazione ed un peso determinanti per l'interezza della politica. Non più il partito come mediatore di istanze e collettore delle esigenze dei cittadini sovrani, ma il partito detentore sostanziale delle chiavi della sala macchine che riserva ai cittadini elettori (sempre meno del resto) il ruolo di ratifica acritica di nomine ed incarichi.

Insomma, ripensare il ruolo dei "partiti" potrebbe essere una ragione in più per cancellare definitivamente una legge del genere.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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