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Referendum elettorale: dalla Consulta arriva la bocciatura

La Corte costituzionale ha bocciato entrambi i quesiti proposti dai promotori. Resta il “Porcellum”, almeno per ora.
A cura di Alfonso Biondi
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Comitato contro il Porcellum

La Corte Costituzionale dice no al referendum elettorale. Il "Porcellum“, la legge ideata dall'ex Ministro leghista Roberto Calderoli e varata nel 2005 dal governo Berlusconi, resta quindi al suo posto, almeno per ora, almeno fino a quando il Parlamento non deciderà di cambiarla. La Consulta ha ritenuto inammissibili entrambi i quesiti proposti dai promotori del referendum, guidati dal leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro e da Arturo Parisi. Il primo quesito, nello specifico, chiedeva l'abrogazione totale della "legge porcata", così come definita dal suo ideatore; il secondo, invece, ne chiedeva l'abrogazione relativa ad alcune parti.

La decisione della Corte è arrivata dopo un giorno e mezzo di camera di consiglio e, di fatto, ha confermato i presentimenti della vigilia. Sul sito ufficiale dell'istituzione è stato pubblicato il seguente comunicato:

La Corte costituzionale, in data 12 gennaio 2012, ha dichiarato inammissibili le due richieste di referendum abrogativo riguardanti la legge 21 dicembre 2005, n. 270 (Modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica). La sentenza sarà depositata entro i termini previsti dalla legge.

Visibilmente rammaricato Antonio Di Pietro, uno dei promotori del referendum. "L'Italia si sta avviando lentamente verso una rischiosa deriva antidemocratica: manca solo l'olio di ricino" ha commentato a caldo il leader dell'Italia dei Valori. Poi uno stato su facebook decisamente eloquente:

[..] Oggi la Corte Costituzionale è arrivata addirittura al punto di impedire al popolo italiano di scegliere quale legge elettorale vuole: la scelta sul secondo quesito non ha nulla di giuridico o costituzionale ma solo politico e di piacere al Capo dello Stato e alle forze politiche di una maggioranza trasversale e inciucista. Una volgarità che rischia di diventare regime se non viene fermata dal popolo con il voto.

Parisi, come riportato dall'Ansa, non s'è detto sorpreso della decisione della Consulta: "Anche se il prolungamento della Camera di Consiglio della Corte aveva dato speranza- ha affermato il membro del comitato per il referendum- posso dirmi tutto tranne che sorpreso della decisione, come era stato anticipato nelle previsioni".

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