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Terremoto in Emilia: bollette da 2500 euro per gli sfollati

E’ questo il conto salato nel dramma sconfortante di chi vive da ormai 15 mesi nei quartieri map (moduli abitativi provvisori) in situazioni sempre più critiche.
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A cura di Biagio Chiariello
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I segni del terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna nel maggio del 2012 sono ancora oggi visibili, specialmente tra le migliaia di sfollati. C’è chi non riesce ad arrivare alla fine del mese; chi nemmeno alla fine della settimana. Una situazione nella quale alcuni – quelli risiedono da oltre un anno nei quartieri map (moduli abitativi provvisori) – sono costretti a pagare bollette dell’Enel che vanno dai 1.500 ai 2.500 euro, in relazione al consumo di riscaldamento, climatizzatore e cucina. Beni di prima necessità, soprattutto in inverno quando la casa va riscaldata per il gran freddo e in estate col caldo che si fa insopportabile, se non si accende l’aria condizionata. La notizia è riportata da Il Fatto Quotidiano che riporta la denuncia di Sandro Romagnoli di Sisma.12, comitato nato sul web per dare ‘voce’ alla bassa terremotata: “Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da cittadini che quando hanno aperto la busta contenente la bolletta dell’Enel si sono messi le mani nei capelli – spiega Romagnoli – famiglie residenti in moduli di 30 metri quadrati che si sono viste recapitare richieste di pagamento da più di 2.000 euro. Richieste legittime, certo, ma come faranno gli sfollati a pagare?”

Una situazione tutt'altro che semplice, dal momento che sono oltre settecento le famiglie nella sola area delle Terre d’Argine che hanno superato la soglia di povertà, come afferma l’assessore alle politiche sociali di Carpi Alberto Bellelli. Conosco bene la situazione delle famiglie che vivono nei quartieri map – racconta anche Sonia Novi, 66 anni, volontaria ‘senza bandiera’, non iscritta ad alcuna associazione ma impegnata, da maggio 2012, nell’assistenza alla popolazione dell’Emilia – molti vivono con grosse difficoltà e non so davvero come faranno a pagare quelle bollette così care. Io temo che le condizioni in cui oggi versano i terremotati, con o senza casa, sia stata sottovalutata dalle istituzioni: da un lato c’è la struttura gestita dal commissario alla ricostruzione Vasco Errani, che parla di segnali positivi, di ripresa. Dall’altro ci sono gli emiliani del ‘cratere’, alle prese con crisi, burocrazia e disoccupazione”. Di questo passo, e in mancanza di assistenza, spiega la Novi, “i servizi sociali saranno presi d’assedio” e i cittadini dovranno rivolgersi ai comuni per arrivare "alla fine della settimana”. Le amministrazioni, però, non dispongono di risorse per sostenere una simile “batosta”. “E’ un circolo vizioso, che porta in una sola direzione: altra crisi. E altra povertà”.

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