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Riforma del lavoro, la Cgil proclama 16 ore di sciopero generale

Il direttivo della Cgil ha proposto otto ore di sciopero con manifestazioni di piazza e otto ore di assemblee nei luoghi di lavoro per protestare contro la nuova riforma del lavoro e la modifica dell’art.18.
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A cura di Antonio Palma
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Il direttivo della Cgil ha proposto otto ore di astensione dal lavoro con manifestazioni di piazza e otto ore di assemblee nei luoghi di lavoro per protestare contro la nuova riforma del lavoro e la modifica dell'art.18

Sarà battaglia da parte della Cgil contro la riforma del lavoro voluta dal Ministro Fornero e presentata ieri dal Governo, dopo un lunga trattativa finita con un non accordo con la Confederazione Generale Italiana del Lavoro. Il primo sindacato italiano, come aveva promesso già ieri la segretaria nazionale Susanna Camusso, agirà prontamente contro la nuova riforma ed in particolare contro la modifica dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori attraverso numerose forme di contestazione che dureranno a lungo.

Otto ore di astensione dal lavoro – Il consiglio direttivo della Cgil, riunito questa mattina proprio per decidere le forme di protesta, ha proclamato uno sciopero generale di sedici ore dei lavoratori italiani su proposta della stessa segretaria Camusso. Il pacchetto di sciopero sarà diviso in otto ore di astensione dal lavoro in un'unica giornata con manifestazioni territoriali in tutta Italia e ulteriori otto ore per le assemblee sindacali  nei luoghi di lavoro. E' l'inizio di una fase dura di contrasto ha promesso la Camusso che "non sarà una fiammata" perché sul piatto vi è "un biennio di espulsioni di massa dalle aziende” che dovrà essere combattuto duramente per portare a casa dei risultati.

Anche la Fiom pronta a dare battaglia contro l'art.18 – Le intenzioni della Cgil erano chiare fin da ieri quando la Camusso aveva detto che "il governo non ha attenzione alla coesione sociale del Paese e alla condizione dei lavoratori" promettendo di fare di tutto per contrastare la riforma del mercato del lavoro anche con mobilitazioni di non breve periodo. Una decisione che ricompatta la Cgil con la Fiom che già ieri per bocca del segretario Maurizio Landini aveva chiarito che sull'articolo 18 "si è pronti a tutto" riferendosi probabilmnete proprio ad uno sciopero generale. Sarà una riforma "contrastata con ogni mezzo e con ogni forma di protesta democratica nelle fabbriche e nel Paese"  ha detto Landini, ricordando che la riforma del lavoro e degli ammortizzatori sociali proposta dal Ministro Fornero "non riduce la precarietà ma rende più facili i licenziamenti".

Di Pietro sarà in piazza con i lavoratori – La scelta dello sciopero generale da parte della Cgil che sicuramente non piacerà agli altri sindacati finendo per minare nuovamente l'unita sindacale. Un appoggio alle rivendicazioni della Cgil, invece, arriva dall'Idv con il leader Antonio Di Pietro che annuncia di essere pronto "ad un Vietnam parlamentare e a scendere in piazza con i lavoratori e i disoccupati". Ma parole di avversione contro la riforma del lavoro arrivano anche dalle fila del Pd che fanno intravedere un iter parlamentare non proprio facile per il Governo.

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