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Migrantes (Cei): “Valutare permessi soggiorno umanitari per i richiedenti asilo rifiutati”

Secondo il presidente della Fondazione, “le Commissioni territoriali di fatto stanno operando sulla base di una lista dei paesi sicuri e stanno negando una forma di protezione internazionale o umanitaria talvolta a nove su dieci dei richiedenti”. Una situazione che potrebbe creare un “popolo di invisibili e sfruttati”.
A cura di Claudia Torrisi
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>>>ANSA/PAPA A LAMPEDUSA: FARA' APPELLO A PRENDERSI CURA DEI MIGRANTI

Valutare un "permesso di soggiorno umanitario" per evitare la formazione di un "popolo di invisibili e sfruttati". È questa la richiesta fatta al governo guidato da Matteo Renzi dalla Fondazione Migrantes – promossa dalla Conferenza episcopale italiana – che denuncia l'emersione di un popolo di "diniegati" sempre in crescita. Una cifra che, nel corso di quest'anno, potrebbe arrivare al numero di 40 mila migranti. Secondo il direttore generale di Migrantes, monsignor Giancarlo Perego,"le Commissioni territoriali di fatto stanno operando sulla base di una lista dei paesi sicuri e stanno negando una forma di protezione internazionale o umanitaria talvolta a nove su dieci dei richiedenti". Questa situazione creerà dispersione sul territorio di coloro ai quali viene rifiutato l'asilo. Un fenomeno che Perego definisce "grave", perché "il Governo non sarà in grado di rimpatriare le persone, le persone stesse si renderanno irreperibili e sul territorio si creerà una situazione di insicurezza per le persone migranti o residenti".

Lo strumento da utilizzare, secondo la Fondazione Migrantes, è contenuto nel Testo unico sull'immigrazione. Si tratta, spiega il direttore Perego, di un "decreto del presidente del Consiglio che offra la possibilità di un permesso umanitario per le persone in fuga da disastri ambientali, da persecuzione politica e religiosa, da sfruttamento grave". Le "misure straordinarie di accoglienza per eventi eccezionali" sono previste dall'articolo 20 del Testo unico sull'immigrazione – il decreto legislativo 268 del 1998. Secondo questa norma il presidente del Consiglio può stabilire per decreto le "misure di protezione temporanea da adottarsi, anche in deroga a disposizioni del presente testo unico, per rilevanti esigenze umanitarie, in occasione di conflitti, disastri natuarli o altri eventi di particolare gravità in Paesi non appartenenti all'Unione europea". Come spiega il sito StranieriInItalia,

quello che succede nel Mediterraneo, in Siria e Libia, quindi più a sud, fino al Corno d’Africa, potrebbe facilmente inquadrarsi in un’emergenza di questo tipo.   Tra misure straordinarie può esserci anche la concessione di un permesso di soggiorno ‘per motivi umanitari'. È il documento previsto (articolo 19, comma 1, lettera c-ter del DPR 395/1999) quando ci sono ‘oggettive e gravi situazioni personali che non consentono l'allontanamento dello  straniero dal territorio nazionale'.  Quel permesso è valido in genere tre o sei mesi, ma può essere rinnovato se permangono le situazioni per cui è stato rilasciato. Consente di lavorare in Italia, ma anche di circolare liberamente nei paesi europei dell’Area Schengen.

Simili misure di protezione temporanea sono scattate nel 2011, durante gli sbarchi legati alle primavere arabe: documenti che, nati per durare sei mesi, furono prorogati di volta in volta fino alla fine del 2012.

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