Renzi in Iraq: “qui come Srebrenica”. Parlamento: sì a invio armi ai curdi
Ore 18.45 – Renzi: "Qui in atto un genocidio come a Srebenica – "Avevo 20 anni e la comunità internazionale rimase zitta e ferma davanti al genocidio di Srebrenica. Molti della mia generazione giurarono ‘mai più'. Ora la situazione è diversa ma ciò che succede in alcune zone dell'Iraq e della Siria è uguale ad un genocidio: donne divisi dagli uomini, bambini fucilati, giornalisti decapitati". A parlare è Matteo Renzi che si appresta a lasciare Ebril, prima di ripartire per l'Italia. "L'Europa può permettersi tutto tranne il silenzio perchè la battaglia qui è nel cuore dell'Europa".
Ore 16.30 – Il Parlamento dice sì alle armi ai curdi – Le commissioni Esteri e Difesa del Senato hanno dato l'ok alla risoluzione dei rispettivi presidenti che sostiene il governo nell'invio di aiuti militari ai curdi nell'ambito della crisi in Iraq. Il via libera è arrivato con 27 voti favorevoli e 4 contrari, nessuno astenuto. Semaforo verde anche dalle commissioni Esteri e Difesa della Camera: in questo caso sono stati 56 i voti favorevoli e 12 quelli contrari.
UPDATE: Il Ministro della Difesa Roberta Pinotti ha chiarito che l'Italia è disposta a fornire ai peshmerga curdi "armi automatiche leggere e relativo munizionamento". Siamo pronti, ad un "sollecito invio di materiale militare d'armamento già in uso alle Forze Armate nazionali" .
Matteo Renzi è arrivato a Baghdad per la sua visita in Iraq. Il Presidente del Consiglio incontrerà nella capitale irachena il presidente Fouad Mazuum, premier a cui è stato dato l'incarico di formare il nuovo esecutivo. Renzi, tuttavia, vedrà anche il predecessore Nuri Al Maliki. "L'Europa in questi giorni deve essere in Iraq altrimenti non è Europa", ha detto il premier ad Al Maliki incontrato nel palazzo presidenziale della zona verde di Baghdad. "L'integrità della regione e dell'Iraq è fondamentale per la stabilità di tutta l'area", ha ribadito il primo ministro italiano, ricordando anche che "oggi è arrivato il sesto aereo di aiuti umanitari. C'è uno spirito di amicizia tra i nostri popoli e i nostri governi".
Renzi incontrerà il presidente della regione autonoma del kurdistan
In giornata Renzi raggiungerà Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, per la seconda tappa della sua missione, dove incontrerà il presidente della regione autonoma Massud Barzani. Si tratterà del momento forse più importante del viaggio del Presidente del Consiglio perché contemporaneamente il Parlamento Italiano riunirà le commissioni Esteri e Difesa per l'informativa del governo sul sostegno alla resistenza. Federica Mogherini e Roberta Pinotti, ministri rispettivamente di Esteri e Difesa – illustreranno il piano di aiuti umanitari ma anche il supporto militare ai kurdi. Le armi sono già pronte per essere spedite.
Perché l'Italia invia armi ai combattenti kurdi
Ma perché il governo intende inviare armi ai kurdi? L'obiettivo è quello di dare sostegno ai peshmerga e fermare l'avanzata dei miliziani jihadisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, che negli ultimi mesi hanno conquistato importanti aree dell'Iraq. L'Italia dovrebbe inviare kalashnikov e munizioni, ma anche armi "non letali" come dispositivi anti bomba, puntatori laser, giubbotti antiproiettile, sistemi di comunicazione radio. Probabilmente verranno anche inviati vecchi mitragliatori non più in uso dall'Esercito Italiano.