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Opinioni

Le capoliste del Pd e il berlusconismo desessualizzato di Renzi

“E’ un bene che la politica si stia accorgendo dell’importanza della presenza delle donne, ma le capolista del Pd sono un inutile “brand” di genere, un’operazione di immagine, espressione di un “berlusconismo desessualizzato”, così Ida Dominijanni, che esprime i propri dubbi sulla scelta del Pd.
A cura di Sabina Ambrogi
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Ci siamo chiesti se la presentazione alle europee di cinque donne capolista sia il segno di qualcosa di profondo che cambia all'interno del Pd o se si tratti della solita strategia leggera, priva di impegno, cattura-voti, che manipola la questione di genere e della parità. Abbiamo espresso il nostro dubbio insieme alla saggista e giornalista Ida Dominijanni, firma storica del Manifesto, analista politica e esponente del "femminismo della differenza".

Il Pd per le europee schiera solo donne capolista. Non si era mai visto…

Certamente è il segno che la politica tradizionale è in un vicolo cieco e che ha bisogno delle donne come risorsa di cambiamento. Sono l’ultima chance su cui investire per tentare una via d’uscita. Peccato che ancora non ci siamo. Non è questo il cambiamento: è l'esibizione di un brand come un gadget, una trovata d’immagine. Quello che fa Renzi, come ha fatto anche Berlusconi, è un uso “generico del genere”. Dove “genere” è la traduzione dall'inglese “gender” inteso come sovrastruttura sociale, ma in italiano, nel linguaggio comune, rimanda a “quote rosa”, o a “questione femminile”…Tutta roba superata che non riguarda più le donne e che invece viene sempre tirata fuori. Le cinque donne capolista rispondono, ancora una volta, solo a logiche puramente distributive. Io invece voglio sapere che tipo di politiche fanno. Il femminismo dice – da sempre – che la presenza delle donne è interessante se fa differenza però. Se è solo una coloritura rosa della politica di prima, è indifferente che sia uomo o donna.

C'è comunque una bella differenza con le passate europee, con le veline presentate da Berlusconi che dovevano fare lezioni di Unione Europea con Renato Brunetta, in tre giorni.

Non so se le capolista del PD siano o meno competenti. Ma per “differenza” intendo l'indipendenza politica dai maschi, appunto. Le cinque mi sembrano solo tutte fedeli al capo. Non sono connotabili per nessuna cosa. La ministra Maria Elena Boschi per esempio è una donna ma non ho capito quale sarebbe la sua differenza nel fare politica. Certo, meglio tante donne, tendenzialmente sono contenta, ma devono modificare la politica non rispondere a delle direttive.

Grillo le ha chiamate "4 veline e un gabibbo”. Non ricadiamo un'altra volta nello stesso stereotipo che accompagna le donne in politica, ossia il solito ossessivo giudizio sull'estetica eludendo le competenze ? 

Premetto che essere carine non è certo una colpa. Aiuta nella vita e aiuta in politica, è un dato che esiste, per onestà va detto. Dopo di che, queste capolista sono espressione di un “berlusconismo desessualizzato”. Il tipo di cooptazione e di uso sono identici a quelli di Berlusconi, con la sola differenza che lui prima le faceva passare nel mercato sessuale e poi in quello della politica. Renzi salta il primo passaggio. Ma le modalità sono le stesse.

Per quale ragione Renzi ha voluto ricorrere a queste modalità di immagine?

Ne ha bisogno! Renzi centellina una sorpresa al giorno e ha bisogno di un titolo al giorno. Se fosse autentica la sua strategia, per esempio, avrebbe messo capolista nelle isole Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa che incarna un'idea di politica legata ai migranti. E' un esempio di politica che fa la differenza, con implicazioni e domande che poteva portare in Europa. C'era veramente bisogno di una come lei. Invece per logiche che ignoro è stata inserita Caterina Chinnici figlia del magistrato ucciso dalla mafia (e che era assessore col governatore Lombardo condannato per mafia, ndr).

Giusi Nicolini poteva rimanere, anche se non era capolista

Ha fatto benissimo ad andarsene invece, e in qualche modo li ha stanati. La Lista Tsipras le aveva proposto la candidatura, lei ha rifiutato perché era col Pd. Nicolini ha fatto un lavoro splendido a Lampedusa. Di nuovo, siamo di fronte a un uso generico del genere che non mi convince: una come lei andava premiata, anziché prenderla a calci. Sarebbe stato un segnale da parte del PD, un riconoscimento della sua politica, mandandola in Europa le avrebbe dato dei mezzi elevati per farla. O ci credi o non ci credi. L'hanno lasciata lì, a cavarsela da sola: significa che non solo non ci credono ma che sono prevalse delle logiche di correnti interne. Non conosco Chinnici, sarà anche brava, ma non so che politica abbia in testa.

Questa scelta di Renzi obbligherà gli altri partiti a prendere provvedimenti simili

Di sicuro obbligherà tutti gli altri a prendere atto dell'importanza del protagonismo femminile in politica. In questo senso è positivo. Ma se il modo di scelta e nomina significa che il capo sceglie le più fedeli non cambia proprio niente.

Moltissimi uomini si sono risentiti della novità… Michele Emiliano (sindaco di Bari) per esempio

Ogni caso e a sé. Emiliano è vero che è piccato per la perdita di potere, ma è pure vero che si era molto speso al sud, ed è stato avvertito con un sms alle 2 di notte che non sarebbe stato più capolista. Anche questa mi pare piuttosto una decisione autoritaria.

Al di là di aumentare le presenze femminili il Pd cosa fa per le donne?

Le cose “per le donne”… sono il welfare, che il PD sta smantellando perché ricalca le politiche neoliberiste (non abbiamo più il ministero del Welfare che si chiama invece “Sviluppo Economico”. E' ministra l'imprenditrice berlusconiana Federica Guidi, ndr). Se a 39 anni – come ha fatto lui durante le sue campagne – dici che “le donne hanno bisogno di asili nido”, significa che non sai di cosa si sta parlando da anni, non hai letto, non hai idea, non hai una visione delle cose. C'è piuttosto da ripensare tutto un modello di sviluppo, politiche dei tempi, servizi agli anziani che ricadono sulle donne, lavoro… Finora non mi pare affatto che le donne siano nei progetti di Renzi, e chi ha letto il Def dice che presuppone tagli che certo non miglioreranno la loro vita.

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Autrice televisiva, saggista, traduttrice. In Italia, oltre a Fanpage.it, collabora con Espresso.it. e Micromega.it. In Francia, per il portale francese Rue89.com e TV5 Monde. Esperta di media, comunicazione politica e rappresentazione di genere all'interno dei media, è stata consigliera di comunicazione di Emma Bonino quando era ministra delle politiche comunitarie. In particolare, per Red Tv ha ideato, scritto e condotto “Women in Red” 13 puntate sulle donne nei media. Per Donzelli editore ha pubblicato il saggio “Mamma” e per Rizzoli ha curato le voci della canzone napoletana per Il Grande Dizionario della canzone italiana. E' una delle autrici del programma tv "Splendor suoni e visioni" su Iris- Mediaset.
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