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Incendio Londra, il papà di Marco: “Mi aveva detto che il grattacielo non era sicuro”

Marco Gottardi, il giovane veneto morto nel rogo della Grenfell Tower assieme alla fidanzata Gloria, aveva parlato a suo padre dell’edificio andato in fiamme: “Aveva detto che le norme che dobbiamo rispettare in Italia sono decisamente più restrittive rispetto all’Inghilterra”.
A cura di Susanna Picone
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A Londra, mentre la conta dei morti nella Grenfell Tower andata in fiamme non è ancora definitiva, il dolore si accompagna alle polemiche sulle misure di sicurezza. Secondo quanto emerso nelle ultime ore, per rivestire la facciata del grattacielo sarebbe stato usato del materiale che rappresentava l'opzione più economica e infiammabile. E, come scrive Il Gazzettino, di vecchie norme di sicurezza aveva parlato anche Marco Gottardi, il giovane italiano di San Stino di Livenza morto nel rogo del grattacielo insieme alla fidanzata coetanea Gloria. “Il grattacielo è stato restaurato, ma le norme di sicurezza sono vecchie di 30 anni”, è quanto il ventisettenne aveva detto al papà Gianni circa un mese fa, quando i suoi genitori erano andati a trovarlo a Londra.

“Marco sapeva bene cosa significa restaurare gli stabili” – Come spiegato dal padre al quotidiano, Marco aveva messo in discussione le norme di sicurezza della torre in cui stava vivendo da qualche mese: “Me lo aveva fatto notare mio figlio – ha detto Gianni Gottardi – Mi aveva detto che il grattacielo in cui aveva trovato un appartamento in cui vivere non era sicuro. O almeno che le norme che dobbiamo rispettare in Italia sono decisamente più restrittive rispetto all'Inghilterra”. “Marco lo aveva notato subito – ha dichiarato ancora Gianni Gottardi – Del resto lo aveva studiato all'università di Venezia, nella quale lo scorso anno si era laureato”. “A Londra lavorava per uno studio di architetti che si occupano di recuperare vecchi immobili – ha raccontato ancora il padre – Marco sapeva bene cosa significa restaurare gli stabili”.

Il bilancio della tragedia – Al momento, il bilancio delle vittime accertate nel rogo di Londra rimane fermo a trenta (tra cui, appunto, i due italiani Marco e Gloria) ma le cinquantotto persone disperse sono considerate morte dalle autorità. Lo ha detto il comandante della Metropolitan police, Stuart Cundy. “Abbiamo lavorato senza fermarci per stabilire quante fossero le persone presenti nella Grenfell Tower quella notte – ha detto Cundy – mi dispiace dire che ci sono 58 persone che ci hanno detto erano presenti nella Grenfell Tower quella notte che risultano disperse e quindi con tristezza devo considerarle morte”.

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