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Brexit, vertice Ue: Hollande stringe i tempi, Merkel e Renzi cercano di mediare

In corso il vertice europeo tra Angela Merkel, Matteo Renzi e François Hollande relativo al risultato del referendum britannico che ha sancito l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.
A cura di Charlotte Matteini
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Il Regno Unito ha deciso: con il referendum di giovedì scorso è stata sancita la volontà di uscire dall'Unione europea. Secondo l'articolo 50 del Trattato di Lisbona, ora dovrà essere formalmente attivata la procedura di exit da parte della nazione britannica, procedura che durerà non meno di due anni in cui verranno condotte delle trattative tra Unione e Regno Unito. All'indomani della vittoria del fronte Brexit, però, i politici britannici frenano un pochino gli entusiasmi e richiedono tempo, ovvero l'attivazione della procedura di uscita verrà attivata in un secondo tempo.

L'Unione, però, non ci ci sta e preme perché alla volontà popolare dei cittadini britannici venga data se non immediata attuazione, quanto meno celere risposta. A questo proposito, i leader di tre dei paesi fondatori dell'Unione europea – François Hollande per la Francia, Angela Merkel per la Germania e Matteo Renzi per l'Italia – si sono incontrati oggi a Berlino per discutere dei problemi politici e istituzionali sorti dopo il voto britannico e gettare le basi per una piattaforma che sancisca l'inizio delle trattative tra Regno Unito e Ue, oltre a discutere di alcuni punti attinenti all'Agenda Ue e riguardanti l'intera Unione europea, come ad esempio il rilancio dell'economia e creazione di posti di lavoro e la gestione unitaria dell'emergenza immigrazione.

Il presidente Hollande è risultata la figura politica meno malleabile rispetto all'allungamento dei tempi previsti per la Brexit britannica, sottolineando la necessità di chiudere in fretta l'attivazione delle procedure, rispettando quanto sancito dai trattati internazionali. Meno rigidi invece Renzi e Merkel, disposti in qualche modo ad allungare i tempi di negoziazione.

"Non vi saranno negoziati informali tra Ue e Gran Bretagna prima dall'avvio dell'art.50 del Trattato di Lisbona, che fissa le procedure di uscita di un paese dall'Unione", sottolinea Angela Merkel. "Un certo periodo di tempo può essere necessario per analizzare le cose, valutarle", anche se una sospensione a lungo termine non sarebbe invece auspicabile, né per il Regno Unito né per la Ue, ha dichiarato la cancelliera tedesca.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, sulla stessa lunghezza d'onda di Angela Merkel, ha dichiarato: "Purtroppo i governi italiani non hanno fatto un intervento sul sistema del mondo del credito e pggi il quadro normativo è difficile da maneggiare ma tutto quello che servirà per dare certezza e garanzia ai cittadini sarà oggetto del Governo e delle istituzioni europee. Le dinamiche dei mercati scontano preoccupazione e incertezza, penso a quello che sta avvenendo per alcune compagnie europee low cost", spiega Matteo Renzi.

"Occorre grande prudenza, buonsenso ed equilibrio. L'Europa c'è: siamo nelle condizioni per affrontare qualsiasi difficoltà e fare qualsiasi cosa sarà necessario per affrontare qualsiasi problema dovesse verificarsi", aggiunge Renzi sostenendo inoltre che sul medio periodo la Brexit potrebbe anche fornire un'opportunità di sviluppo all'economia italiana, probabilmente ricollegandosi alle dichiarazioni del neo-sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha avanzato l'ipotesi di creare nel capoluogo meneghino le condizioni essenziali affinché le aziende intenzionate ad abbandonare il Regno Unito possano essere in qualche modo invogliate a trasferirsi a Milano.

In conclusione, a margine della conferenza stampa di Berlino, Matteo Renzi ha inoltre commentato il risultato del referendum britannico e invitato a rispettare il volere popolare: "Non si scherza con la democrazia. Troppo spesso veniamo dipinti come delle elites che non guardano al gioco democratico. Nel momento in cui si fa un referendum e il popolo inglese si esprime, occorre rispettare il voto del popolo inglese".

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