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Banca Etruria, il tribunale dichiara l’insolvenza. Rischia il padre del ministro Boschi

Ad Arezzo il collegio fallimentare del tribunale ha dichiarato lo stato di insolvenza della vecchia Banca Etruria, una delle quattro ‘salvate’ dal governo. Rigettata l’eccezione di costituzionalità sul decreto salvabanche presentata dagli avvocati di Lorenzo Rosi, ultimo presidente dell’istituto.
A cura di Biagio Chiariello
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Il tribunale fallimentare di Arezzo ha dichiarato lo stato di insolvenza di banca Etruria. A questo punto la procura aretina dovrebbe aprire il fascicolo per bancarotta fraudolenta nei confronti di quella che è una delle quattro bad bank “salvate” dal Governo Renzi. Gli atti del tribunale fallimentare verranno infatti trasmessi adesso ai magistrati per la valutazione di eventuali reati penali connessi all’insolvenza dell’istituto. La sentenza vede dunque accolto il ricorso del commissario liquidatore Giuseppe Santoni, a cui si era uniti la Procura di Arezzo e Banca d'Italia. Respinta anche la richiesta di sollevare la questione di legittimità costituzionale del decreto Salva Banche del 22 novembre scorso, presentata dai legali di Lorenzo Rosi, l'ultimo presidente del cda di Banca Etruria, prima del commissariamento del febbraio 2015.

Indagato il padre del Ministro Boschi?

Sul registro degli indagati potrebbero finire lo stesso Rosi, ma anche i due ex vicepresidenti, Alfredo Berni e Pierluigi Boschi (padre del ministro Maria Elena). Spetterà comunque al Curatore fallimentare nominato dal Tribunale ravvisare se questi ultimi hanno tenuto condotte penalmente rilevanti. Quindi la relazione sarà trasmessa al procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi. La Procura – sono quattro i pubblici ministeri del pool che indagano già sul caso Banca Etruria (sono stati aperti finora quattro filoni d'inchiesta) – dovrà analizzare le ragioni che hanno portato l'istituto di credito ad avere i conti in profondo rosso, ipotizzando, come accennato, il reato di bancarotta fraudolento.

Etruria, buco da 1,1 miliardi

Secondo i conti del commissario liquidatore, Giuseppe Santoni, il “buco” di Etruria ammonterebbero in totale a 1,1 miliardi, con circa 305 milioni di euro di debito ancora a carico della vecchia banca dopo lo scorporo delle attività in bonis confluite nella nuova Etruria e le ‘sofferenze’ finite nella bad bank “salvate”: Banca Marche, CariFerrara e CariChieti. “Non appena la procura di Arezzo aprirà il fascicolo per il reato di bancarotta fraudolenta, ci costituiremo parte offesa nel procedimento, a tutela degli investitori dell’istituto di credito” ha subito fatto sapere il Codacons. L’associazione dei consumatori offrirà assistenza legale a tutti i risparmiatori di Etruria (sono già duemila quelli che si sono rivolti al Codacons) “che hanno visto azzerato il valore delle proprie obbligazioni a seguito del decreto salvabanche”.

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