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Violenza sulle donne, M5S annuncia pene più dure per lo stupro: si rischia fino a 12 anni

Il ministro Bonafede annuncia un nuovo pacchetto di misure, che va ad aggiungersi a quello scritto a 4 mani con la ministra per la PA Giulia Bongiorno, e che introduce il ‘codice rosso’. Previsto l’aumento di pena per il reato di violenza sessuale: invece di 5-10 anni di reclusione le pene vanno da 6-12. Di Maio: “Un importante passo di civiltà in un momento in cui il Paese ne ha veramente bisogno”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, in un'intervista su Repubblica, ha lanciato un pacchetto di misure per la difesa delle donne, che prevede un inasprimento delle pene: si tratta di un provvedimento contro il reato di stalking, contro le violenze sessuali, e contro i maltrattamenti in famiglia. "Per stare dalla parte delle donne non servono le parole, ma i fatti. In questi giorni è in discussione in Parlamento il cosiddetto codice rosso, scritto a quattro mani con Giulia Bongiorno. Ma adesso M5s aggiungerà un pacchetto di poche norme, tra cui l'aumento di pena per il reato di violenza sessuale. Anziché 5-10 anni passiamo a 6-12", ha detto il Guardasigilli M5S nel corso dell'intervista. Il codice rosso è una corsia preferenziale, e prevede l'obbligo di trattare i casi di violenza contro le donne in tre giorni.

"Altri aumenti sono previsti per i maltrattamenti in famiglia e lo stalking in modo, nei casi gravi, di dare termini più lunghi per le fasi cautelari e quindi proteggere la vittima". Al momento il reato di violenza sessuale è punito con il carcere da 5 a 10 anni, mentre quello di stalking prevede pene che vanno dai 6 mesi ai 4 anni di reclusione. Sul femminicidio poi "già al Senato si sta votando una stretta sul rito abbreviato che, vietandolo per i reati puniti con l'ergastolo come l'omicidio, impedirebbe lo sconto di un terzo della pena. Ma stiamo riflettendo anche sul meccanismo delle attenuanti che rischiano, in questa emergenza sociale, di far rientrare il delitto d'onore", ha spiegato il ministro pentastellato. Con la Lega, "sul codice rosso e sul divieto dell'abbreviato c'è totale sintonia, come e sull'importanza di tutelare le donne", ha ribadito.

Il ministro non ha voluto commentare le sentenze di Bologna e Genova, che hanno riacceso il dibattito sull'opportunità di concedere le attenuanti per il femminicidio: "Da quando sono ministro della Giustizia mi sono imposto di non commentare le sentenze. Il ruolo è quello di intervenire sulle leggi affinché nelle aule giudiziarie la risposta dello Stato sia una risposta di vera giustizia". Nel primo caso il giudice ha considerato la "tempesta emotiva" dell'omicida; mentre nella seconda sentenza si fa riferimento al fatto che la vittima avrebbe ‘illuso' l'assassino.

Soddisfatto anche il vicepremier Luigi Di Maio che in un posto su Facebook questa mattina ha scritto: "Grazie Alfonso, grazie perché questo è un importante passo di civiltà in un momento in cui il Paese ne ha veramente bisogno". Il leader del M5S si è espresso sul Congresso mondiale delle famiglie, in programma per il prossimo 29 marzo, che già in questi giorni è diventato terreno di scontro con gli alleati di governo: "Ve lo dico: se qualcuno di voi pensa che la donna debba restarsene a casa a farsi dire quello che deve fare, allora il MoVimento 5 Stelle non è per voi. Io a un convegno come quello di Verona, dove si arriva persino a negare il tema della violenza contro le donne, non ci vado. E non ci andrà nessun parlamentare del MoVimento! Noi abbiamo un’altra idea di mondo. Noi pensiamo che la famiglia sia sacra, ma crediamo anche nelle libertà, nei valori, nel progresso. E vi dirò: questi valori a me li ha insegnati proprio mia madre!".

Riguardo al Congresso di Verona Bonafede ha ribadito la posizione del Movimento: "Ognuno organizza i convegni che vuole. Chiaramente io, in un convegno di quel tipo, non andrei mai, perché considerando alcuni ospiti mi pare che le lancette dell'orologio sulla concezione della donna vengono spostate indietro di qualche secolo. E in un momento come questo invece le istituzioni e gli uomini delle istituzioni devono dare un segnale completamente diverso".

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