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Ventimiglia: immigrato senegalese salva due bambini che stavano annegando

Cheikh Samba Beye, 44 anni, si è tuffato in acqua ed ha salvato la vita a due bambini italiani che stavano annegando davanti agli occhi della madre: “L’unico mio pensiero era che non morissero, mi si sono aggrappati addosso con una forza che non avevo mai visto prima”.
A cura di Davide Falcioni
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Si chiama Cheikh Samba Beye, è un uomo senegalese di 44 anni lo scorso 19 giugno ha salvato la vita a due bimbi che stavano annegando al largo di Ventimiglia, in Liguria, una delle città italiane diventate simbolo della questione migratoria. L'uomo ha sentito le urla di un gruppo di donne, ha visto che indicavano due figure in acqua e non ci ha pensato su due volte prima di tuffarsi e, in una manciata di bracciate, raggiungere i due bambini: "L'unico mio pensiero era che non morissero, mi si sono aggrappati addosso con una forza che non avevo mai visto prima", ha detto Cheikh in un'intervista rilasciata all'Huffington Post.

Cheikh Samba a Ventimiglia ci vive da tempo, ed è qui che lavora come tuttofare in uno stabilimento balneare. La mamma dei bambini tratti in salvo dal 44enne – che vive proprio nella città ligure – ha deciso di regalargli un nuovo telefonino, visto che il suo si è rotto dopo che si è tuffato in acqua. "Mi ha fatto piacere, certo", ha dichiarato Samba parlando con HuffPost, ma lui vorrebbe anche che il suo gesto fosse "in qualche modo un esempio. Per quelli che arrivano – scandisce – ma anche per quelli che accolgono". I migranti "devono rispettare le leggi e le persone e non fare casini", i secondi "non devono giudicare dal colore della pelle, ma dal cervello, dal cuore, dall'anima, dalla voglia di impegnarsi".

Anche Cheikh Samba è un immigrato: ha lasciato il Senegal 12 anni fa e dopo aver vissuto in Francia e Spagna ha raggiunto da una decina d'anni l'Italia, vivendo a Monza, Busto Arsizio, Milano, Varese e infine Ventimiglia. Ha sempre lavorato, prima come cameriere, poi badante, domestico e ora in uno stabilimento balneare, dove fa quello che serve. Mensilmente spedisce parte di quello che guadagna in Senegal, alla famiglia e nei prossimi giorni potrebbe ottenere, per il suo gesto eroico, una medaglia d'oro al valore civile.

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