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Venezuela, Giuseppe Conte: “Preoccupato per escalation violenza, spero in percorso democratico”

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, commenta la situazione in Venezuela: “Esprimo forte preoccupazione per i rischi di un’escalation di violenza. Auspico un percorso democratico che rispetti libertà di espressione e volontà popolare”. Salvini si schiera contro Maduro, le opposizioni chiedono al governo una presa di posizione netta. Intanto una mozione del Congresso della Cgil diventa un caso.
A cura di Stefano Rizzuti
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Chi ha chiesto a gran voce la posizione del governo italiano sulla situazione in Venezuela ha dovuto aspettare sino al pomeriggio, ma alla fine il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha affidato a Twitter un commento su quanto sta avvenendo in queste ore a Caracas. “Seguo gli sviluppi in Venezuela – scrive Conte – ed esprimo forte preoccupazione per i rischi di un'escalation di violenza. Siamo vicini al popolo venezuelano e al fianco della collettività italiana nel Paese. Auspico un percorso democratico che rispetti libertà di espressione e volontà popolare”.

La posizione di Conte non è comunque netta, né a favore né contro Maduro. A differenza di quanto fatto da molti leader mondiali. Prima del tweet di Conte, pochi sono stati i commenti da parte degli esponenti della maggioranza. Tra questi c’è stato il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano: “Il principe di non ingerenza è sacro. Qualsiasi sia la nostra visione delle cose, di Maduro, del chavismo e dei rapporti politici in latinamerica, qualsiasi cambiamento in Venezuela deve avvenire in un contesto politico, democratico e non violento. Macron ignora queste ovvietà, prende posizione discordante dalla Ue, che chiedeva un percorso politico non il riconoscimento di un presidente autoproclamatosi tale”.

La mancata presa di posizione da parte del governo è stata criticata dalle opposizioni. Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria del Pd, chiede al governo italiano di uscire “dall’ambiguità: batta un colpo per evitare che la situazione degeneri e per favorire un percorso democratico”. La capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini, afferma: “Il governo italiano non esiti a schierarsi a fianco di tutte le democrazie occidentali e a difesa del popolo venezuelano per la destituzione del regime di Maduro e l'indizione al più presto di nuove libere elezioni che portino alla rinascita democratica di quel Paese”.

Nel tardo pomeriggio anche il ministro dell’interno, Matteo Salvini, ha espresso la sua posizione su Twitter, rilanciando un’intervista rilasciata ad Affaritaliani: “Sto con il popolo venezuelano e contro i regimi come quello di Maduro, fondato su violenza, paura e fame. Quanto prima cade, senza ulteriori scontri, meglio è”. Concorda con lui il sottosegretario agli Esteri, Guglielmo Picchi: “Bene Salvini su Maduro. L'Italia tuteli i suoi connazionali e si impegni a far rispettare libertà democratica e sovranità popolare, rappresentate, come afferma l'Ue, dall'Assemblea Nazionale e Juan Guaidò”.

La posizione della Cgil diventa un caso

Il congresso della Cgil ha approvato una mozione in cui ha condannato “le immediate prese di posizione a favore dell'autoproclamazione a capo dello stato del presidente del Parlamento Juan Guaidò quale risposta al risultato elettorale del maggio scorso che ha portato Nicolas Maduro per la seconda volta alla presidenza del Paese”. Una posizione poi in parte rettificato precisando che c’è stato un errore in quanto scritto su Twitter per rilanciare la mozione. Il testo del tweet recitava: “Il congresso della Cgil, visto quanto accade in Venezuela, secondo i propri principi di libertà,democrazia e solidarietà, approva una mozione di condanna verso l'autoproclamazione #JuanGuaido a presidente e le ingerenze straniere verso la presidenza democraticamente eletta di Maduro”. Tweet aspramente criticato: Teresa Bellanova, senatrice del Pd, parla di “dolore” nel leggere le parole della Cgil: “Di democratico nelle azioni del dittatore #Maduro non c’è nulla”.

Poi la smentita della stessa Cgil, che afferma “mai con Maduro” e parla di letture “interessate e pretestuose”. Secondo quanto spiegato, il tweet aveva “travisato il senso” dell’ordine del giorno approvato. Si sarebbe quindi trattato di un “errore”: “È assolutamente sbagliato e fuorviante descrivere una Cgil amica di dittatori sanguinari. I dittatori noi li abbiamo sempre combattuti, in patria e fuori, quando è stata messa in discussione la libertà dei cittadini. Questa situazione si deve risolvere con gli strumenti della politica e del confronto, senza violenza e rispettando il diritto all'auto determinazione del popolo venezuelano. Sembra non accettabile sul piano democratico che il presidente del Parlamento si possa auto proclamare capo dello Stato, altrettanto inaccettabile è che a questo atto di imperio venga data legittimazione da parte di stati stranieri che così facendo contribuiscono ad alimentare la tensione, anziché ridurla”, conclude la nota.

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