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Vaccini, la maggioranza ci ripensa: torna l’obbligo per l’iscrizione dei bambini a scuola

La maggioranza ci ripensa e ripristina l’obbligo vaccinale: i bambini per frequentare asili nido e scuole materne dovranno dimostrare di essere vaccinati. A stabilirlo è un emendamento al decreto Milleproroghe che cancella quello precedente approvato in estate al Senato, con il quale si riteneva sufficiente per l’ingresso a scuola il rilascio di un’autocertificazione.
A cura di Stefano Rizzuti
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La maggioranza ci ripensa e fa un netto passo indietro sull’obbligo vaccinale: per questo anno scolastico i genitori dei bambini da 0 a 6 anni saranno costretti a dimostrare l’avvenuta vaccinazione dei loro figli per l’iscrizione a scuola. Il ripensamento viene messo nero su bianco in un nuovo emendamento al decreto Milleproroghe che annulla quello approvato in estate al Senato con il quale si prevedeva che fosse sufficiente un’autocertificazione per l’accesso a scuola. I relatori del decreto, Vittoria Baldino e Giuseppe Bompane (entrambi del M5s), hanno presentato l’emendamento per bloccare quello precedente riguardante l’accesso all’asilo nido e alla scuola materna che veniva consentito anche ai non vaccinati. Con quell’emendamento – ora annullato – si rendevano nulli gli effetti della legge Lorenzin che ha introdotto nella scorsa legislatura l’obbligo vaccinale.

La commissione Affari sociali ha dato il via libera all’emendamento spiegando che il rinvio dell’obbligo inizialmente previsto in estate avrebbe rischiato di “generare una certa confusione sul piano normativo, anche in considerazione del fatto che essa entrerebbe in vigore ad anno scolastico già iniziato”. Confusione che in parte rimane, considerando che la circolare congiunta dei ministeri di Istruzione e Sanità (che rinvia l’obbligo) rimane valida, seppur non supportata da una legge. Ora, stando a quanto spiegano i relatori del decreto, l’obiettivo è quello di “trattare le politiche vaccinali con un provvedimento normativo ad hoc”, il cui esame dovrà iniziare “nel più breve tempo possibile”.

Dubbi sull’emendamento approvato in estate al Senato erano stati sollevati da più parti, anche dai tecnici del ministero della Salute e dalla stessa ministra Giulia Grillo. Ieri le critiche erano state mosse anche durante l’audizione degli esperti in commissione Affari costituzionali. Tutti si sono detti contrari: i dirigenti scolastici, l’Istituto superiore di sanità, le associazioni dei medici e i pediatri. Sono intanto in corso, in questi giorni, controlli da parte dei carabinieri dei Nas in tutta Italia nelle scuole, per poter verificare la veridicità della documentazione presentata dalle famiglie.

Esulta il Pd: ‘Vince la scienza’

L’ex ministra della Salute e di cui il decreto porta il nome, Beatrice Lorenzin, esulta su Twitter per la decisione di ripristinare l’obbligo: “Vittoria della scienza su ignoranza e pregiudizio. Grazie al mondo scientifico, della scuola e della cultura e grazie alle forze politiche che si sono battute per ristabilire il primato della salute collettiva”. Il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, parla di vittoria “della scienza contro i pregiudizi oscurantisti del governo”, mentre l’ex sottosegretario – prima all’Istruzione e poi alla Salute – Davide Faraone si dice “felice” per quella che definisce una “vittoria delle famiglie, dei medici, della scuola e del Pd in difesa dei bambini: i ministri Busetti e Grillo dovrebbero vergognarsi per questo caos”. La notizia era stata data dal capogruppo dem in commissione Affari Sociali, Vito De Filippo, il quale evidenzia una “clamorosa retromarcia, una straordinaria vittoria della buona politica, della scienza e del buon senso”. “Ha vinto la ragione, ha vinto la scienza”, chiosa il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio.

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