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Università, calano gli iscritti e anche la qualità dell’insegnamento

Lo scorso gennaio era stato il Cun a delineare uno scenario preoccupante per l’università italiana, con il numero di immatricolazione in netto calo negli ultimi anni. Scenario tristemente confermato dal Cineca: in nove anni perse 70mila iscrizioni.
A cura di Susanna Picone
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Lo scorso gennaio era stato il Cun a delineare uno scenario preoccupante per l’università italiana, con il numero di immatricolazione in netto calo negli ultimi anni. Scenario tristemente confermato dal Cineca: in nove anni perse 70mila iscrizioni.

Gli ultimi dati forniti a proposito dello stato di salute dell’università italiana sono quelli del Cineca, il consorzio interuniversitario che gestisce l’anagrafe degli studenti universitari italiani. Dati che riguardano le iscrizioni agli atenei italiani. Ebbene, l’allarme lanciato qualche settimana fa dal Cun, il Consorzio universitario nazionale, appare decisamente confermato anche dal Cineca. In tre anni, infatti, l’università ha perso circa 30mila iscritti, 70mila se si fa riferimento agli ultimi nove anni. Si tratta, dicono i dati, del crollo delle immatricolazioni più drastico degli ultimi 25 anni. L’ultima volta, infatti, che l’università italiana aveva assistito a così poche iscrizioni è stato nel lontano 1988/1989: in quell’anno accademico si immatricolarono 276.249 studenti, quest’anno sono stati 267.076. Perché i ragazzi di oggi rinunciano all’università? Le cause vanno ricercate soprattutto in due fattori: da un lato c’è la sfiducia nei confronti del mondo del lavoro, dall’altro i costi troppo alti dell’istruzione universitaria.

Gli atenei italiani perdono prestigio – Insomma, le tasse che aumentano ogni anno (e le spese già a partire dai test d’ingresso) e i drammatici dati sulla disoccupazione in Italia non sono certo d’aiuto per gli studenti indecisi che escono dalle scuole superiori. Le aree disciplinari che hanno subito la maggiore contrazione sono quelle “sociali” (Scienze sociali, economiche, della comunicazione, Sociologia), poi i corsi di laurea dell’area umanistica, quelli dell’area sanitaria, mentre restano forti i corsi di laurea nell’area scientifica, da Ingegneria a Fisica. Queste ultime hanno perso solo il 3% delle matricole. E se i dati Cineca fanno riferimento al drastico crollo delle iscrizioni va considerato che anche la qualità della didattica si è abbassata decisamente tanto che nelle classifiche internazionali stiamo toccando il fondo. Gli atenei italiani continuano, infatti, a perdere posizioni. Appena qualche giorno fa la Times Higher Education ha pubblicato la classifica delle università più prestigiose: gli atenei italiani non arrivano nemmeno tra i primi 200.

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