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Opinioni

Unioni civili, è stop. Ius soli ridotto a barzelletta. Se il PD svende i diritti per le riforme

No del Pd alla calendarizzazione del ddl Cirinnà sulle unioni civili. Ok in Commissione ad un emendamento che riduce l’ambito di applicazione della legge sullo ius soli. Insomma, sui diritti il PD getta la spugna…
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UPDATE – A quanto si apprende in queste ore il ddl sulle unioni civili potrebbe approdare in Aula il 14 ottobre, subito dopo il voto del ddl costituzionale Renzi – Boschi. Restiamo molto scettici su una approvazione in tempo utile, prima cioè dell'avvio della sessione di bilancio.

Prima i fatti. Ieri in Commissione Giustizia è stato approvato un emendamento al testo di legge del cosiddetto “ius soli temperato” che di fatto complica ancora le cose per l’ottenimento della cittadinanza italiana da parte dei minori stranieri nati in Italia. La proposta del Nuovo Centro Destra, passata con i voti determinanti del Partito Democratico, prevede ora che per ottenere la cittadinanza il minore straniero debba avere un genitore che abbia un permesso di soggiorno di lungo periodo. In sostanza, come ci ha spiegato la deputata di Sel Celeste Costantino, si creerà “una disparità tra figli di stranieri con permesso di lunga durata e figli di stranieri che ne sono sprovvisti”, in pratica “si utilizzano gli adulti per limitare i diritti dei bambini”.

Una mezza schifezza, insomma. Passata praticamente sotto silenzio e sommersa dalla propaganda di chi pensa che “ora la cosa importante è che il Parlamento faccia presto ad approvare la legge”.

Già, fare presto. Come per le unioni civili, giusto? E qui veniamo al secondo punto dolente. Già, perché oggi il Senato, con il voto decisivo del Partito Democratico, si è opposto alla calendarizzazione del ddl Cirinnà, che appunto disciplina le unioni civili fra persone dello stesso sesso. Un disegno di legge, nato tra mille difficoltà e qualche compromesso, che non vedrà la luce nel 2015, malgrado promesse su promesse di esponenti del PD e dello stesso Matteo Renzi.

Il perché è presto detto: il 13 ottobtre ci sarà il voto finale al Senato sul ddl Renzi – Boschi di riforma della Costituzione e il 15 comincerà la cosiddetta sessione di bilancio, con il Def e l’esame della legge di stabilità. Insomma, non c’è spazio per la legge sulle unioni civili, non c’è spazio per i diritti civili.

Ecco, in queste ore i renziani se la prendono con l’ostruzionismo di Lega e Sel, asserendo che se Grasso avesse fissato per l’otto ottobre il voto finale sulla riforma costituzionale ci sarebbe stato tutto il tempo per approvare il ddl Cirinnà. Una balla evidente, considerato l’annunciato ostruzionismo di Giovanardi e compagni sulle unioni civili.

La verità è che a Renzi interessa più di tutto lo spottone sulla riforma della Costituzione. La verità è che non c’è proprio la volontà in questo momento di infastidire gli alleati centristi. La verità è che per questo Governo i diritti non sono una priorità. La verità è che se solo Renzi avesse voluto, una legge sulle unioni civili l'avremmo da mesi.

E pazienza se ci daranno di nuovo dei gufi…

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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