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Udine, ragazza replica al parroco anti minigonne: “Queste gambe sono un dono di Dio”

Il giovane sacerdote di Resia si era scagliato contro le ragazze che avevano assistito a una recente funzione religiosa in abiti che a suo dire erano una “grave mancanza di rispetto”. Una delle ragazze ha replicato: “Non mi sento offesa per la critica ma perché sono stata incolpata di essere donna”
A cura di Antonio Palma
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"Caro don Alberto queste gambe me le ha donate il suo Dio, e il Dio di cui mi hanno tanto raccontato sono certa che non si sentirebbe offeso a vedere mezzo ginocchio scoperto da una gonna". Così una delle giovani prese di mira dal parroco per l'abbigliamento a suo dire troppo scosciato, ha replicato a don Alberto Zanier, vicario parrocchiale a Resia, in provincia di Udine, che aveva paragonato le gambe delle ragazze presenti in chiesa a dei prosciutti da mettere in mostra. In alcuni volantini distribuiti tra i fedeli della Val Resia, infatti, il giovane prete aveva richiamato all'ordine alcune giovani che avevano assistito a una recente funzione religiosa in abiti che a suo dire erano una "grave mancanza di rispetto verso il corpo della donna", " verso gli altri" perché "mostrare carne al vento a più non posso è una gravissima forma di maleducazione verso chi mi sta vicino perché potrei urtare la sua sensibilità o addirittura provocare la sua sessualità", e infine "verso il sacerdote".

"Questo signore avrebbe avuto tutto il tempo per criticarci, per affrontare faccia a faccia la situazione. Si è seduto a tavola con noi a pranzo, ha mangiato e scherzato con noi e avrebbe potuto discutere dell’accaduto in qualunque momento, ma ha preferito scrivere un articolo di due paragrafi alla comunità, insultando noi e le nostre mamme di fronte ai nostri compaesani, vicini di casa, parenti, nonni, amici" ha attaccato la ragazza. "Non mi sento offesa per la critica anche se nella foto non vedo queste cosce scandalose tanto chiacchierate", ha spiegato poi la giovane che ha affidato al quotidiano Il Messaggero Veneto il suo sfogo, aggiungendo: "Mi sono offesa perché sono stata incolpata di essere donna". "Sono stata umiliata insieme alle mie compagne, alle loro mamme e alla mia mamma di fronte a tutta la comunità perché se gli uomini si eccitano, se commettono violenze o addirittura omicidi è colpa nostra e delle nostre gambe" ha sottolineato la giovane.

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