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Ucraina, a scuola viene distribuito lʼopuscolo per le aspiranti prostitute

I rappresentanti di un ente pubblico lo hanno consegnato al termine di una lezione sui pericoli dell’Aids in una scuola nella città di Nikolaev. Riporta diversi consigli pratici per le aspiranti escort: “riscuoti il pagamento prima della prestazione”, “evita i clienti ubriachi”, ect…
A cura di Biagio Chiariello
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In una scuola di Nikolaev, in Ucraina, al termine di una conferenza sui rischi legati all'AIDS, agli studenti è stata data una brochure sulle quali sono riportate le “regole di sicurezza per le ragazze impegnate nel lavoro sessuale”. Più specificatamente si tratti di consigli pratici per le ragazze che vogliono entrare nell'industria del sesso, dalla prostituzione alla pornografia. "Se sei dentro il sex business allora questo opuscolo fa per te" si legge sulla prima pagina del libricino.

Come riporta l’agenzia RIA Novosti, i rappresentanti di una delle organizzazioni pubbliche locali sono arrivati a scuola e hanno chiesto di fare una lezione sui pericoli dell'Aids. Naturalmente, l'amministrazione scolastica non ha fatto obiezioni, data l'attualità dell'argomento. Tuttavia, più tardi è emerso che agli studenti sono stati dati degli opuscoli che riportano consigli su come "salvare la vita e non solo" se si è impegnati in attività sessuali. "Hai scelto una professione pericolosa, ma se tieni in mente questi consigli hai buone possibilità di vivere a lungo senza contrarre malattie sessuali mortali e in futuro potrai mettere su famiglia e avere dei figli". Si legge sulla brochure. A seguire alcuni consigli pratici per le aspiranti escort: "riscuoti il pagamento prima della prestazione", "evita i clienti ubriachi", "stabilisci prima il tipo di prestazione e la durata", "evita da sola di ‘servire' più clienti" e così via. Accanto ai suggerimenti anche delle immagini illustrative inequivocabili.

Le immagini della brochure hanno fatto molto discutere in Ucraina, tanto da diventare virali sui social network così che la notizia ha finito per catalizzare l’attenzione di diversi media locali che hanno chiesto chiarimenti alla preside. La dirigente però ha ammesso di non essere stata a conoscenza che il materiale fosse finito nelle mani dei suoi studenti.

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