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Referendum Turchia: 51% per il Sì, Erdogan vince ma in realtà perde. Voci di Brogli

55 milioni di turchi sono stati chiamati a votare nella consultazione fortemente voluta dallo stesso Erdogan. Se, come sembra, dovesse vincere il sì (in un primo momento i favorevoli alla riforma sembravano in largo vantaggio, poi la forbice si è assottigliata) il Presidente resterà in carica fino al 2034.
A cura di Ida Artiaco
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Urne chiuse alle 17 (le 16 in Italia) in Turchia, dove 55 milioni di persone sono stati chiamati a pronunciarsi in merito al referendum costituzionale sul presidenzialismo voluto da Recep Tayyip Erdogan. L'affluenza è stata dell'84 per cento. Hanno votato anche più di 1,3 milioni di turchi all'estero, con un'affluenza record per gli emigrati di oltre il 45%. I primi risultati ufficiali sono stati resi noti alle 20 ore italiana,  con i Sì subito in vantaggio: il 51% ha votato a favore della riforma, riporta l'agenzia Anadolu. Inizialmente erano state diffuse percentuali molto più schiaccianti, ma alla fine il margine tra il "sì" e il "no" si è ridotto significativamente.

Le opposizioni non ci stanno e mettono in dubbio il voto

Il vice presidente del principale partito di opposizione, il Chp, denuncia che  sarebbero state conteggiate anche le schede non timbrate dai funzionari. "L'Alta commissione elettorale ha sbagliato, consentendo la frode nel referendum", ha detto Bulent Tezcan ai giornalisti presenti nel quartier generale del partito ad Ankara.

Non è previsto il raggiungimento di un quorum, ma l'esito sarà raggiunto con la maggioranza semplice dei votanti. Si tratta di un vero e proprio giorno del giudizio per l'attuale presidente, già al comando della Turchia dal 2003, che in caso di vittoria potrebbe restare al potere fino al 2034.

In ballo c'è infatti l'abolizione dell'attuale sistema parlamentare, in vigore nel Paese da oltre 94 anni. Al suo posto ne verrebbe introdotto un altro, di tipo presidenziale e definito "alla turca", perché unico nel suo genere, e che secondo alcuni, in caso di vittoria del "Sì", segnerebbe l'inizio dei superpoteri di un unico uomo al comando. Il tutto in un clima di terrore che ha portato nei mesi scorsi ad un tentato golpe e allo stato di emergenza prolungato fino al 19 aprile prossimo.

Erdogan: "Non è un voto qualunque". Fermati 3 osservatori italiani

"Non è un voto qualunque, dobbiamo prendere una decisione straordinaria", è stato il commento di Erdogan all'uscita del seggio elettorale in cui si è recato per esprimere il proprio voto sul referendum costituzionale. Intanto, le forze di sicurezza turche avrebbero impedito l'ingresso in alcuni seggi a Batman, nel sud-est del Paese a maggioranza curda, a una delegazione di 3 italiani, giunti come osservatori indipendenti insieme al partito curdo Hdp per il referendum di oggi sul presidenzialismo e senza i permessi richiesti. Si tratta degli avvocati Elena Esposito e Nicola Giudice, dell'associazione Giuristi democratici, e di un giornalista, Lorenzo Bianchi.

Sparatoria fuori da seggio in villaggio curdo: 2 morti

Sale la tensione nel giorno del referendum costituzionale. Almeno due persone sono morte e un'altra risulterebbe ferita nel corso di una sparatoria avvenuta nel giardino di una scuola turca, adibita a seggio elettorale. Il fatto si sarebbe verificato nella zona sud-orientale del Paese a maggioranza curda. Lo riporta Ntv, secondo cui lo scontro a fuoco sarebbe avvenuto tra due gruppi appartenenti a una stessa famiglia.

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