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Totò Cuffaro in carcere: sette anni per favoreggiamento alla Mafia

L’ex-Governatore della Regione Sicilia passa la sua prima notte a Rebibbia, ora c’è in ballo il processo per associazione esterna di stampo mafioso. Confermata la sentenza di Appello: Totò Cuffaro favorì uomini vicini a Cosa Nostra.
A cura di Alessio Viscardi
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Totò Cuffaro

La condanna a sette anni per favoreggiamento aggravato di Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio a carico di Totò Cuffaro, ex-governatore della Regione Sicilia, è stata confermata dalla Corte di Cassazione. Per Cuffaro si aprono le porte del carcere. L'inchiesta ed il processo “talpe alla dd” arrivano al naturale epilogo dopo che l'impianto accusatorio era stato confermato anche in Appello. Si è costituito alle forze dell'ordine, senza nemmeno aspettare l'espletamento degli obblighi burocratici, e sta passando in queste ore la prima notte dietro le sbarre di Rebibbia. Cuffaro è stato uno degli uomini siciliani che più hanno spinto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, che Wikileaks ha denunciato essere un affare ghiotto per la Mafia. L'avvocato di Totò Cuffaro, Piero Lipera, è scoppiato in un pianto nell'apprendere la sentenza di condanna: “condannato un innocente” ha bisbigliato a denti stretti, recriminando la tribunale di non aver accertato la verità.

Polemicamente, nella sentenza viene confermata l'aggravante mafiosa per il favoreggiamento del manager della sanità privata Michele Aiello, ritenuto vicino a Bernardo Provenzano. Soddisfatto il Procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo: “la sentenza della Corte di Cassazione conferma l’impianto accusatorio sostenuto dalla procura in primo grado. In primo grado il nostro impianto accusatorio era stato accolto dai giudici solo parzialmente, la Corte d’Appello lo confermò e adesso arriva la sentenza definitiva”.

L'on. Cuffaro è un senatore della Repubblica, ma il primo effetto della condanna è il decadere del suo pubblico ufficio. In Parlamento, l'ex-governatore era nelle fila dei sostenitori di Silvio Berlusconi e la sua eliminazione rischia di acuire la crisi di governo. Leoluca Orlando (Idv) sottolinea che “proprio dal 2001, quando Salvatore Cuffaro è diventato presidente della Regione, in Sicilia c’è stato un progressivo deterioramento economico, culturale ed etico che tuttora pesa come un macigno sui diritti dei siciliani e sullo sviluppo dell’Isola”. Da tutta l'Udc arriva solidarietà per Cuffaro, ma anche la necessità di rispettare la sentenze definitiva dettata dai giudici di Cassazione, così come ha affermato anche l'ex-governatore siciliano.

Totò Cuffaro dovrà rispondere anche dell'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nel processo che si sta tenendo a Palermo. È stata chiesta un'ulteriore pena di 10 anni di reclusione da parte dell'accusa. Sotto la lente d'ingrandimento le nomine di due candidati delle liste collegate a Totò Cuffaro: Mimmo Micheli e Giuseppe Acanto. Se dovesse essere condannato anche in questo procedimento, ci sarebbe una formale attestazione del fatto che la Regione Sicilia è stata guidata per anni da un uomo vicino a Cosa Nostra, che aveva festeggiato con dei cannoli la condanna in primo grado, nella quale non veniva accolta l'ipotesi del favoreggiamento alla Mafia.

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