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WikiLeaks: secondo gli Usa il Ponte sullo Stretto potrebbe arricchire la mafia

Il console Usa a Napoli avrebbe anche accusato politici e Chiesa di non operare abbastanza contro la criminalità organizzata. La Calabria, intanto, se “non fosse parte dell’Italia, sarebbe uno Stato fallito”.
A cura di Danilo Massa
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Un pericolo secondo i documenti top secret diffusi da WikiLeaks
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I politici italiani non si impegnano a fondo contro il crimine organizzato, nonostante esso comporti "drammatici costi economici"; questo il giudizio impietoso di J. Patrick Truhn, console generale dell'ambasciata Usa di stanza a Napoli. Secondo i documenti rivelati da WikiLeaks, infatti, a giugno del 2008 il diplomatico americano avrebbe disegnato al governo federale una situazione impietosa del Bel Paese, in cui:

"Miliardi di dollari stanziati dai governi dell'Unione Europea finiscono nelle mani delle organizzazioni criminali. Anche se le associazioni imprenditoriali, i gruppi di cittadini e la Chiesa, almeno in alcune aree, stanno dimostrando promettente impegno nella lotta alla criminalità organizzata, lo stesso non si può dire dei politici italiani, in particolare a livello nazionale"

Proprio sull'impegno della Chiesa, inoltre, Truhn aggiunge che, pur riconoscendo l'impegno di alcuni rappresentanti del clero, l'azione della Santa Sede appare poco incisiva, poiché essa non assumerebbe "una forte posizione pubblica contro il crimine organizzato. Uno dei pochi preti che lo ha fatto, padre Luigi Merola, è ora sotto scorta, così come il vescovo di Piazza Armerina Michele Pennisi". Del resto, l'importanza della condanna pubblica sarebbe stata sottolineata dallo stesso Roberto Saviano, che, alla domanda dell'ambasciatore americano su come il governo statunitense avrebbe potuto contribuire alla lotta al crimene, avrebbe risposto "Solo parlando della questione, le date una credibilità che il resto del mondo, italiani inclusi, non può ignorare".

Il giornalista di Casal di Principe sarebbe dunque presente nel cablogramma dell'ambasciatore americano sia per aver ricordato che nella campagna elettorale di marzo-aprile 2008 nessuna forza politica ha posto il tema della lotta alla mafia al centro del dibattito pubblico, sia in quanto esempio da valorizzare pubblicamente, perché "Quelli che lottano contro la mafia hanno bisogno di essere considerati come dei modelli reali. E Saviano può ben essere su questa strada".

Nei documenti diffusi dall'organizzazione di Julian Assange, Truhn fa riferimento anche al Ponte sullo Stretto di Messina, che "servirà a poco senza massicci investimenti in strade e infrastrutture in Sicilia e Calabria. La maggiore sfida allo sviluppo economico siciliano rimane la mafia" e, conclude l'ambasciatore, proprio la criminalità "potrebbe ben essere il principale beneficiario se il Ponte sullo Stretto di Messina, di cui si parla da secoli, venisse eventualmente costruito".

Puntuali anche i riferimenti ad alcune regioni del Sud: "Se la Calabria non fosse parte dell'Italia, sarebbe uno Stato fallito. La ‘ndrangheta controlla vaste porzioni del suo territorio e della sua economia"; per quanto riguarda la Sicilia, invece, il console generale si sofferma sul comportamento del suo presidente, Raffaele Lombardo, che "ha poco tempo per i funzionari stranieri". Nel cablogramma, infatti, Truhn riferisce che come presidente della Provincia di Catania Lombardo gli ha concesso "solo una telefonata di 5 minuti", mentre da presidente della Regione Sicilia ha rifiutato di "ricevere sia l'ambasciatore Ronald Spogli, che il personale diplomatico di Palermo".

Ma tra le accuse mosse alla Sicilia, anche quella di aver fatto disinformazione sulle trivellazioni nei pressi di Ragusa della società texana "Panther Eureka Gas", tanto da averne bloccato i lavori.

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