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Terremoto in Abruzzo, scossa di 4.2 avvertita fino a Roma: gente in strada

Una forte scossa di terremoto è stata registrata nel tardo pomeriggio di oggi, martedì 1 gennaio, tra Lazio e Abruzzo, di magnitudo 4.2 e con epicentro a Collelongo, in provincia de L’Aquila. Il sisma è stato avvertito in una vasta area per un raggio di circa 100 chilometri, da Avezzano a Sora e fino a Cassino e Frosinone.
A cura di Ida Artiaco
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Una forte scossa di terremoto è stata registrata nel tardo pomeriggio di oggi, martedì 1 gennaio, tra Lazio e Abruzzo creando il panico tra la popolazione locale. Paura anche a Roma e fino alla Ciociaria, dove molte persone sono scese in strada. Secondo quanto confermato dall'Ingv, il sisma ha raggiunto una magnitudo di 4.2 gradi con epicentro a Collelongo, in provincia de L'Aquila, sull'Appennino abruzzese, alle 19:37 e ad una profondità di 17 chilometri.

A questa ne sono seguite altre due, di entità inferiore: una alle 19.53 di grado 0,9 e una alle 20.14 di grado 1,4. Secondo una prima analisi degli esperti, interpellati dall'agenzia Agi, l'evento non sarebbe collegato a faglie recenti, riferendosi a quelle che hanno fatto tremare l'Aquilano e poi il Centro Italia nel 2009 e nel 2017.

Il terremoto è stato avvertito in una vasta area per un raggio di circa 100 chilometri, che va da Avezzano a Sora e fino a Cassino e Frosinone. Paura anche a Pescara, Latina, Chieti, Teramo, Campobasso e Isernia. Grande allarme tra la popolazione con numerosi messaggi sui social network. Il sisma è stato sentito anche nella zona sud-est di Roma e nell'area metropolitana. Al momento, come specificano i Vigili del Fuoco tramite il loro account Twitter, non si segnalano danni a cose e persone né richieste di intervento e soccorso. Dato confermato dal sindaco di Collelongo, Rosanna Salucci, intervenuta a SkyTg24: "Chi non vuole dormire a casa può farlo nel bocciodromo comunale e nella palestra della scuola, che sono edifici comunali messi in sicurezza. La Croce Rossa e la Protezione civile si stanno attrezzando con brandine e coperte. E' una misura preventiva perché non possiamo escludere l'arrivo di nuove scosse".

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