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Strage migranti, Alfano: “Bombarderemo i barconi degli scafisti prima che partano”

Il Ministro degli Interni Angelino Alfano ha auspicato l’ok dell’Onu all’affondamento dei barconi degli scafisti prima che partano verso l’Europa. Intanto proseguono le indagini della Procura che ha contestato anche il delitto di sequestro di persona, aggravato dalla presenza di minori, al presunto capitano.
A cura di Fabio Giuffrida
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UPDATE 22 Aprile – La Procura, sulla base di ciò che è emerso dalle dichiarazioni dei sopravvissuti, conferma la ricostruzione dei fatti secondo la quale tutti coloro che si trovavano nei ponti inferiori sarebbero stati chiusi all'interno dello scafo e che le porte sarebbero state serrate. Al presunto capitano del peschereccio è stato contestato anche il delitto di sequestro di persona, aggravato dalla presenza di minori. Oggi pomeriggio verranno interrogati gli indagati da parte del pubblico ministero.

UPDATE – Intervenuto alla trasmissione di La7 "Di Martedì" il Ministro degli Interni Angelino Alfano ha annunciato: "L’obiettivo è affondare i barconi degli scafisti, impedire che partano. Noi da soli non possiamo farlo ed è in corso un negoziato con Onu e Ue per avere, in un quadro di legalità internazionale l’autorizzazione a questo intervento". Il Ministro ha aggiunto: "La nostra richiesta è chiara: ottenere azioni mirate nei confronti della Libia, nei confronti dei trafficanti che sono i nuovi schiavisti del XXI secolo. Affondare i barconi significa stroncare la più macabra agenzia di viaggio della storia". Alfano ha concluso: "Noi da soli non possiamo farlo. Andare lì con le nostre navi senza autorizzazione internazionale sarebbe una dichiarazione di un atto di guerra, per questo è in corso un negoziato con Onu e Ue. Su come affondare i barconi si deciderà in sede internazionale. Noi siamo pronti a fare quello che serve, lo possiamo fare anche noi, ma vogliamo coinvolgere una coalizione internazionale". Nel frattempo un superstite ha raccontato: "Il comandante beveva vino, era ubriaco e fumava hashish mentre era al timone, poco prima che il barcone si scontrasse con la nave porta container portoghese".

Arrivano le prime conferme dalla Procura di Catania, guidata da Giovanni Salvi, la quale sta indagando sul naufragio che ha portato alla morte di centinaia di migranti, in fuga da guerra e povertà. E' stato eseguito, nello specifico, un decreto di fermo al presunto comandante dell'imbarcazione, Mohammed Alì Malek, 27enne di nazionalità tunisina, e a un membro dell'equipaggio, Mahmud Bikhit, 25enne di nazionalità siriana. Il primo è stato fermato per i delitti di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, il secondo soltanto per favoreggiamento. Nelle prossime ore la Procura chiederà al giudice la convalida dei provvedimenti cautelari e procederà all'interrogatorio degli indagati da parte del pubblico ministero; intanto si procederà all'esame dei testimoni con incidente probatorio (previsto per venerdì 24 Aprile davanti al giudice per le indagini preliminari di Catania). Secondo la Procura, l'imbarcazione sarebbe partita da una località nei pressi di Tripoli nelle ore serali del 16 Aprile: i migranti sarebbero stati custoditi per periodi variabili, anche per 30 giorni, in una fattoria vicina al luogo di partenza e sarebbero stati trasportati a gruppi di 30 persone, su furgoni, fino all'imbarco. Uno dei migranti, addirittura, sarebbe stato colpito con un bastone perché si sarebbe allontanato senza permesso per necessità fisiologiche. Il costo per salire sul "barcone della morte" ammonterebbe, sempre secondo la Procura, a 500-1000 dinari libici a persona.

Tra 400 e 950 migranti morti

Il naufragio dell'imbarcazione è avvenuto a 70 miglia dalle coste libiche, tra la notte del 18 e 19 Aprile: potrebbero essere oltre 900 i migranti che viaggiavano su quel "barcone della morte"; al momento, però, è impossibile avere numeri certi. Come precisa la Procura, le indicazioni provenienti dai pochi sopravvissuti alla tragedia sarebbero approssimative e indicherebbero, comunque, alcune centinaia di morti, tra i 400 e i 950. La Guardia Costiera, nelle ultime ore, ha raccolto informazioni da alcuni dei superstiti e anche il report del mercantile portoghese che ha stimato il numero dei migranti in 850. Molti di loro, tra cui donne e bambini, sarebbero stati chiusi nelle stive. Le indagini continuano per accertare con precisione il numero dei morti.

Il peschereccio ha urtato contro il mercantile

Gli investigatori della Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo, inoltre, si sono recati a bordo di un elicottero sulla nave "Gregoretti" per proseguire le indagini: non si esclude nemmeno un'ispezione o addirittura un recupero del relitto. Due sarebbero le cause della strage nel Mediterraneo (sempre secondo la Procura): da un lato le manovre errate che sarebbero state compiute dal presunto comandante del peschereccio il quale – nel tentativo di abbordare il mercantile – avrebbe portato lo stesso a collidere con la nave più grande; dall’altra il sovraffollamento del barcone, che sarebbe stato sbilanciato dalle manovre errate e dagli spostamenti dei migranti a bordo. Così l'imbarcazione si sarebbe capovolta, uccidendo oltre 800 persone. Al momento nessuna responsabilità può profilarsi, sulla base di quanto emerso dalle indagini della Procura, a carico del personale della mercantile che ha prestato soccorso e che non avrebbe contribuito all’evento fatale. Pertanto risultano iscritti nel registro delle notizie di reato solo il comandante del peschereccio e il componente dell’equipaggio.

4 minori superstiti, 60 adolescenti a bordo

Secondo "Save The Children" sarebbero 4 i minori superstiti – di cui due somali e due bengalesi di età dichiarata di 17 anni – assistiti immediatamente al loro arrivo in Italia da parte degli operatori dell'organizzazione. Quest'ultimi, proprio in queste ore, stanno avendo un colloquio approfondito al fine di individuare i loro bisogni e di conoscere meglio la loro situazione personale, compresa l'eventuale presenza di familiari in Italia o in Europa che vorrebbero raggiungere. Dalle prime testimonianze riportate dai minori, sembrerebbe che, tra le circa 800-850 persone a bordo, ci fossero 60 adolescenti nei due piani superiori del peschereccio e che, al momento, risultano essere dispersi. "I minori hanno riportato di non aver visto donne o bambini piccoli ma non è escluso che fossero stipati nel piano inferiore del peschereccio" ha precisato Valerio Neri, direttore generale di "Save the Children Italia".

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