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Strage di Berlino, rientrata in Italia la salma di Fabrizia Di Lorenzo

È atterrato intorno alle 11.30 il volo di Stato con a bordo il corpo della 31enne di Sulmona. Ad attenderlo c’era il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La giovane è una delle vittime di di Anis Amri, il jihadista in fuga ucciso alle porte di Milano.
A cura di Biagio Chiariello
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E’ stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad accogliere all’aeroporto romano di Ciampino l'arrivo dell'aereo della Flotta di Stato con a bordo la salma di Fabrizia Di Lorenzo, la 31enne di Sulmona rimasta vittima dell'attentato dei mercatini di Natale di Berlino. A bordo dell’airbus 319 erano presenti anche la mamma, il fratello e il padre di Fabrizia che è sceso dall’aereo stringendo una rosa in mano. Presenti all’aeroporto anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso e il sindaco di Sulmona Annamaria Casini.

Intanto, a Sulmona, sono ancora molte le persone che portano ceri e lumini ai piedi del monumento di piazza Tresca, punto di arrivo della fiaccolata che si è tenuta giovedì sera per ricordare Fabrizia e diventata, in poche ore, luogo di pellegrinaggio: giovani, anziani, perfino bambini, tutti stanno commemorando la 31enne scomparsa tragicamente. Ai piedi del Monumento ai caduti di tutte le guerre, gli ultras del Sulmona calcio hanno lasciato uno striscione che sintetizza il dramma di una città per la sorte di Fabrizia: “Lacrime e silenzio. Ciao Fabrizia”, c’è scritto.

La morte di Fabrizia Di Lorenzo era stata confermata dal titolare della Farnesina, Angelino Alfano, tre giorni dopo la strage grazie al riconoscimento del Dna. La 31enne era laureata in Affari internazionali (e specializzata nelle politiche dell’integrazione) e da ormai tre anni viveva a Berlino dove lavorava per una società di logistica. La famiglia era già volata nella capitale tedesca, convinta che per la loro cara ci fosse ormai ben poco da sperare “È un dolore troppo grande, sento che mi ha abbandonata…”, aveva detto affranta la madre. Anche il padre aveva detto amaro: “Non ci facciamo illusioni”.

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