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Vestiti per tutti i corpi: cos’è la moda adattiva e perché sta cambiando il settore

Se la moda vuole diventare realmente inclusiva deve tenere conto delle persone con disabilità o con difficoltà motorie: sempre più spesso sentiamo parlare di adaptive fashion, ma come funziona?
A cura di Beatrice Manca
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foto dal sito web di Zalando
foto dal sito web di Zalando

Per troppo tempo la moda si è rivolta a un gruppo ristretto di persone: corpi conformi, possibilmente bianchi, possibilmente caucasici, possibilmente magri. Negli ultimi anni stilisti, editor e influencer hanno cercato di cambiare le regole del gioco riconoscendo e celebrando la bellezza della diversità: se non proprio spalancate, le porte del fashion system si sono aperte alla comunità Lgbtqia+, alla diversità etnica e alla disabilità. Senza pensare però che gli stessi vestiti non possono andar bene per tutti: chi è in sedia a rotelle, ad esempio, avrà più difficoltà a indossare alcuni capi. Per questo il futuro dell'inclusività è la moda adattiva, nata per un mercato fino ad oggi trascurato dal mercato del lusso: le persone disabili.

Cos'è la moda adattiva

Quando si parla di adaptive fashion si intende quell'abbigliamento creato per soddisfare le specifiche esigenze delle persone con disabilità permanenti o temporanee. Capi e accessori che vengono disegnati tenendo conto di una vasta gamma di esigenze, sia per chi è in carrozzina sia per chi ha difficoltà nei movimenti. Un gruppo vasto, che comprende anche persone anziane, malate o semplicemente infortunate. Per semplificare la vita quotidiana di queste persone i vestiti hanno bisogno gli orli regolabili, ad esempio, di chiusure a scorrimento e di aperture sulla schiena e sui fianchi che facilitano l'atto di indossarli. Anche i piccoli accorgimenti fanno la differenza: il velcro al posto dei lacci o le cerniere al posto dei bottoni possono aiutare a vestirsi senza bisogno di assistenza. I pantaloni pensati per le persone in sedia a rotelle non hanno le tasche posteriori, che risultano inutili e ingombranti. Pensiamo a un dettaglio banale come un'etichetta o una cucitura: lo sfregamento continuo può essere estremamente fastidioso se non si è in grado di muoversi.

La collezione Adaptive di Tommy Hilfiger
La collezione Adaptive di Tommy Hilfiger

Da Tommy Hilfiger a Zalando, la moda è sempre più inclusiva

La moda adattiva non si rivolge a una specifica categoria di persone: chiunque nella vita può trovarsi nella condizione di dover indossare un abbigliamento del genere, che sia per una gamba ingessata o per un intervento. Se la moda vuole definirsi inclusiva non deve solo tener conto di tutte le taglie e di tutti i colori della pelle: deve iniziare a pensare ogni tipo di corpo, anche quelli con protesi, con disabilità. Fino a pochi anni fa erano categorie completamente ignorate dalla moda: al massimo si parlava di abbigliamento adattivo, non di moda adattiva.

Zalando Adaptive
Zalando Adaptive

Tommy Hilfiger è stato il primo, tra i grandi brand, a disegnare una collezione adaptive, esperienza che ora si allarga con Zalando. Anche il colosso dell'e-commerce ha lanciato le sue prime linee adattive attraverso le private label Zign, Pier One, Yourturn, Anna Field e Even&Odd. Passi avanti che riflettono un cambio di direzione della moda: pensiamo ai modelli con le protesi sulla passerella di BOSS, o il debutto di Veronica Yoko Plebani come testimonial di Dior senza paura di mostrare le cicatrici. La moda non può più essere un circolo ristretto: l'inclusività ci riguarda tutti.

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