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Opinioni

Michele Bravi non è “tutto femmina”: è un artista libero dai vostri pregiudizi

Ciò che colpisce del commento di Vittorio Sgarbi sull’esibizione di Michele Bravi a Sanremo è l’espressione “tutto femmina”, imbracciata come un insulto.
A cura di Beatrice Manca
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Le polemiche social, per loro natura, durano lo spazio di 24 ore e parlarne serve solo a fare da megafono agli hater. A volte però vale la pena soffermarsi su alcune questioni che emergono da un giudizio apparentemente superficiale e che ci indicano quanta strada ancora ci sia da fare per superare gli stereotipi di genere. Stiamo parlando del caso Sgarbi VS Bravi: il critico d'arte, ospite del salotto televisivo Serena Autieri, ha commentato l'esibizione di Michele Bravi definendolo "tutto femmina" e criticando il fatto che abbia interpretato un celebre brano di Battisti declinandolo "al maschile". Tra l'imbarazzo generale di conduttrice e ospiti che si sbracciavano per difendere i look degli artisti, Sgarbi rincarava la dose: "È un clima". Ora la domanda è: è mai possibile nel 2022 che le parole ‘maschile' e ‘femminile' siano due gabbie da cui è impossibile evadere, pena la gogna?

Michele Bravi in Roberto Cavalli
Michele Bravi in Roberto Cavalli

Ciò che colpisce del commento di Sgarbi è l'espressione "tutto femmina", imbracciata come un'arma. Che significa esattamente che Michele Bravi è tutto femmina? Si riferisce a come canta? A cosa indossa, a come porta i capelli? Ai completi di Roberto Cavalli con le applicazioni floreali in 3D? Nota a margine: trovatemi un artista che non abbia sfoderato una fantasia floreale per prendere punti al Fantasanremo, ma insomma, non è questo il punto. Il punto è: cosa significa essere femmina? E perché lo usiamo con una connotazione negativa, anziché come una delle tante, bellissime, sfumature di un'identità? Il dibattito sull'identità di genere in Italia purtroppo si riduce troppo spesso a un braccio di ferro sull'uso della schwa, ed è un peccato, perché si finisce poi per confondere tutto il resto e ad accusare gli uomini di essere "femmina" solo perché non aderiscono come figurine al modello della mascolinità stereotipata che ancora ci portiamo dietro.

Michele Bravi in Roberto Cavalli
Michele Bravi in Roberto Cavalli

Il corollario a questo teorema è, come ha detto Sgarbi più avanti, che la faticosa conquista alla libertà di espressione, al superamento delle etichette di ‘maschile' e ‘femminile' sia solo una moda, una goliardata collettiva per attirare l'attenzione. Per la precisione, Sgarbi usa le parole "un clima", non certo con l'accezione positiva di un "clima di rinnovamento culturale". Sì, è vero, il vento è cambiato (per fortuna) e anche il clima culturale del nostro Paese. La moda genderless rispecchia una generazione più libera e fluida, che ha voglia di trovare "i suoi veri colori", come dice Bravi, e di non lasciarsi condizionare dai giudizi altrui. Una generazione la cui mascolinità non è così fragile da essere messa in crisi da make up e smalti colorati, o che addirittura proprio non si pone il problema di attaccarsi addosso l'etichetta di maschio o femmina. Sì, per fortuna sta avanzando una generazione più fluida, sicuramente più consapevole e forse anche più felice. Sanremo, che è un gigantesco specchio del Paese, lo dimostra con una schiera di giovani talenti: i completi rosa di Sangiovanniil nudo Achille Lauro, e sulla cima del podio l'irriverenza di Blanco e le gonne di Mahmood. Lo stesso Michele Bravi ha detto di sentirsi finalmente libero dai giudizi altrui e di voler allenare la felicità. Quindi, ancora una volta, che significa la parola femmina quando viene brandita contro un uomo? Si avvicina a un insulto, a una diminuzione del valore, a una stravaganza? Michele Bravi non è "tutto femmina", è un uomo libero da tabù e pregiudizi, nella sua arte e nei suoi look.

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Nata a Roma nel 1992 e cresciuta a pane e libri a Viterbo, sono giornalista professionista dal 2019. In tasca una laurea in Editoria e un master in giornalismo alla Scuola Rai di Perugia. Lavoro a Fanpage nella sezione Stile e Trend. Mi occupo di questioni di genere e di moda, con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale. Prima al Fattoquotidiano.it e Fq Millennium.
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