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Perché non amiamo il nostro corpo, la psicologa spiega come uscire dalla “prigione della bellezza”

In Italia quattro donne su dieci non amano il proprio corpo. Esiste un approccio sano alla bellezza? Come amare di più il nostro corpo? Ne abbiamo parlato con una psicologa e psicoterapeuta.
Intervista a Dott.ssa Dafne Zikos
Psicologa clinica e Psicoterapeuta, specializzata in Psicologia del comportamento alimentare e Mindful Eating
A cura di Eleonora Di Nonno
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"Non dobbiamo invecchiare, non dobbiamo ingrassare, dobbiamo nascondere le parti di noi che non rispettano gli standard. L’idea comune di bellezza deriva da un “mito” che influenza le nostre vite e i nostri corpi, ponendoci sotto il peso di un giudizio, di una vergogna e di un’ansia costanti verso il nostro aspetto fisico". Le parole di Maura Gancitano nel saggio Specchio delle mie brame risuonano più forti che mai in un momento in cui i canoni di bellezza sono condensati in modelle create con l'intelligenza artificiale e in cui – secondo i dati di una ricerca Eurispes – in Italia quattro donne su dieci hanno un rapporto negativo con il proprio corpo. Negli anni si è consolidata l'idea che la bellezza femminile fosse un valore sociale e come tale andasse raggiunto a tutti i costi, un concetto con una tale forza pervasiva da colpire le donne – ma sempre più anche gli uomini – sia sul piano psicologico che su quello fisico. Ne abbiamo parlato con la psicologa e psicoterapeuta Dafne Zikos.

Consapevolezza di sé e del proprio corpo

"Alcuni studi dimostrano come l'immagine corporea si sviluppi già nella fase fetale. Il ruolo del corpo è centrale nell'attività psichica dell'individuo, per Freud l'io è innanzitutto un'entità corporea – spiega la psicologa Dafne Zikos – L'umano è anche "un divenire" e i fattori che influenzano la percezione di sé sono affettivi, relazionali ma anche culturali e sociali. Media e social media costruiscono l'immagine di un corpo che deve essere sempre più seducente e perfetto. L'immagine ideale a cui si tende, però, è irraggiungibile, così si ricorre a filtri o ritocchi". A contribuire alla creazione del "mito della bellezza" sono state scoperte legate alla fotografia e alla pubblicità, recentemente si è aggiunta l'intelligenza artificiale e le sue splendide modelle AI. "Avranno un impatto molto negativo. Nella nostra società vengono veicolati messaggi molto contrastanti. Se da una parte abbiamo gli strumenti per comprendere i danni creati da questo tipo di contenuti, dall'altra vengono continuamente proposti questi canoni di bellezza irrealistici – aggiunge la psicologa – Il tasso di disturbi del comportamento alimentare, disturbi depressivi o il precoce riscorso a interventi chirurgici per cambiare il proprio aspetto è altissimo. Bisogna educare e sensibilizzare le giovani generazioni a mettere in discussione ciò che viene presentato sui social".

Come imparare ad amare il proprio corpo

Lo sguardo sociale, la gabbia invisibile, il continuo giudizio. Quali sono alcuni metodi per approcciarsi in modo sano all'immagine corporea? "Per prima cosa bisognerebbe ascoltare il proprio dialogo interiore, spesso molto negativo. Bisognerebbe trattare il proprio corpo con gentilezza, come se fosse il nostro migliore amico, parlargli come parleremmo a una persona cara – chiarisce Dafne Zikos – Vanno valorizzati i propri punti di forza e al tempo stesso coltivata l'interiorità e le passioni. Io con le mie pazienti, oltre alla pratica mindfulness che permette di prendere consapevolezza di sé, faccio fare due esercizi. Il primo è di scrivere una lettera d'amore al proprio corpo, il secondo è di immaginare che sia il corpo stesso a scrivere una lettera in cui chiede di essere trattato non come un nemico ma come un alleato". Un senso di inadeguatezza nei confronti della bellezza e del rapporto con il corpo non è un'esclusiva delle donne, il fenomeno sta interessando sempre di più anche gli uomini. "Anche i ragazzi, soprattutto quelli della Gen Z, riscontrano gli stessi effetti negativi. L'ambiente in cui si cresce influisce fortemente sull'individuo, i primi messaggi sulla percezione di sé arrivano in ambito familiare ma poi bisogna fare i conti con il contesto sociale e relazionale – conclude la psicologa – Diete restrittive, dispercezione corporea, condotte alimentari sbagliate, sono solo alcuni degli effetti che il tentativo di un raggiungimento di bellezza ideale può provocare. Rivolgersi a uno psicologo o a uno psicoterapeuta è molto importante".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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