Cosa prevede il piano di successione di Giorgio Armani: dopo i funerali l’apertura del testamento

Oggi è il giorno dei funerali di Giorgio Armani, morto il 4 settembre all'età di 91 anni. Verrà sepolto nella cappella di famiglia, presso il cimitero di Rivalta di Gazzola, dove si recava spesso per portare dei fiori sulla tomba dei genitori e del fratello. Saranno funerali strettamente privati, aperti solo alle persone a lui più vicine: era questo il suo desiderio. Niente curiosi, niente giornalisti. Chi ha voluto, ha potuto salutarlo recandosi alla camera ardente allestita nel quartier generale della Maison. Dopo i funerali verrà aperto il testamento, contenente le volontà dello stilista, il quale aveva già predisposto tutto.
Gli eredi e il patrimonio di Giorgio Armani
Giorgio Armani non aveva figli: il suo patrimonio verrà diviso dunque tra l'amatissima sorella Rosanna, i nipoti Silvana, Roberta, Andrea e il suo compagno di vita nonché braccio destro in azienda Pantaleo Dell'Orco. È un patrimonio consistente di circa 12 miliardi: lo stilista era tra gli uomini più ricchi d'Italia. Tra i suoi beni figurano opere d'arte, la squadra di basket Olimpia Milano, yacht di lusso, lo storico locale La Capannina (acquistato proprio pochi giorni prima della sua morte), diverse case, una quota nel colosso degli occhiali EssilorLuxottica. E c'è ovviamente il 99,9% della Giorgio Armani spa, con lo 0,1% che è invece nelle mani della Fondazione Armani. Quest'ultima è stata pensata e costrurita con grande lungimiranza, proprio in nome della continuità. Ma chi prenderà in mano le redini del Gruppo ora?

Come avverrà la successione dei beni
Giorgio Armani ha lasciato disposizioni ben precise, circa la successione. "La mia più grande debolezza è che ho il controllo su tutto" aveva affermato in una recente intervista al Financial Times. Lo stilista credeva molto nel valore della continuità ed era un perfezionista, sempre attentissimo ai dettagli. Ecco perché ha voluto avere l'ultima parola in merito, per essere sicuro di lasciare l'azienda in buone mani, senza fratture. Il suo desiderio è sempre stato mantenere intatta l'identità del proprio marchio, anche dopo la sua morte, proteggendo l'azienda da scalate esterne. Ci teneva che dopo di lui si proseguisse con un passaggio alle persone a lui più vicine: collaboratori di vecchia data, familiari.

Avranno un ruolo certamente il compagno e i nipoti, già coinvolti attivamente da anni e nel Cda: sono i suoi eredi, coloro che ne porteranno avanti i valori. Già nel 2017, al Financial Times, aveva rivelato che per la successione "era tutto pronto". Il testamento sarà aperto a breve, nel rispetto dei tempi tecnici del caso. Ciò che si sa ad oggi, è quello che è trapelato nel 2023, quando il Corriere della Sera era riuscito ad acquisirne una copia. Nel documento si parlava di sei categorie di azioni, poteri ben distribuiti, il vincolo della tutela dello stile Armani. Lo stilista ha anche messo nero su bianco la volontà di non procedere con fusioni o quotazioni in Borsa nei primi cinque anni dalla sua morte, evitando così immediate incursioni da parte dei colossi del fashion system.