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L’importanza di delegare: come conquistare tempo e spazio per sè

Anche se imparare a delegare vuol dire ritrovare del tempo per sé stessi, per molte persone è più complicato di quanto non si immagini. Ne abbiamo parlato con la psichiatra Valdrè.
Intervista a Dott.ssa Rossella Valdrè
Psichiatra e psicanalista
A cura di Francesca Parlato
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Affamati di tempo, ci lamentiamo sempre di non averne abbastanza, di essere risucchiati dal lavoro, dagli impegni familiari e di non avere un po’ di spazio nelle nostre giornate da dedicare completamente a noi. Eppure esiste un modo per ritagliarci del tempo, per trovare il modo per occuparci di noi stessi e dei nostri interessi. Basterebbe delegare qualcuna delle tante attività, dal lavoro alle incombenze quotidiane. Ma ‘mollare la presa’ per alcune persone è più difficile di quanto non si possa immaginare. “È vero, per molte persone delegare è difficile, anche se razionalmente verrebbe da pensare il contrario perchè delegando appunto ci si libera di tempo per sé. – spiega a Fanpage.it la psichiatra e psicanalista Rossella Valdrè – Accentrare tutto nelle proprie mani provoca due conseguenze: la diminuzione dello spazio per sé e il costante ricorso alla lamentela che è tipico della nostra cultura. Occorre quindi pensare che siano in gioco questioni irrazionali e inconsce nella resistenza a delegare

Perché abbiamo difficoltà a delegare

Una prima motivazione può consistere nella mancanza di fiducia nell’altro, poiché la delega implica prima di tutto fidarsi. “Il ragionamento è questo: io ti affido qualcosa di importante, lo metto nelle tue mani. Molte persone faticano a fidarsi, i livelli di paranoia anche sottile sono molto diffusi e le persone controllanti rischiano di andare nel panico”. L’esigenza di controllo è probabilmente il tratto più frequente, “Ma non è sempre così evidente – chiarisce Valdrè – può esprimersi a vario grado e rispondere a varie esigenze: si può aver bisogno di controllare per perfezionismo, per ansia, per narcisismo, ma anche per angosce più depressive, perchè si teme di non essere abbastanza capaci in quello che si fa e perciò si va continuamente a controllare e, di conseguenza, non ci si fida a delegare. Non sempre il controllante è una persona vanitosa, può anche essere molto insicura

Da dove nasce la mania del controllo

Alla base della difficoltà a delegare c’è quindi una certa mania del controllo. “Quasi sempre nasce, dall’infanzia, come meccanismo di difesa appunto per ‘controllare’ il mondo esterno, percepito come avverso, imprevedibile, fonte di pericoli. Può dipendere da varie fonti, un rapporto primario con un oggetto, in genere la madre, non rassicurante, imprevedibile, ma non è detto che vi sia questa precisa origine”. Chi soffre di mania del controllo ha bisogno di sentire che è lui, e non l’ambiente, a gestire le cose, che è lui a condurle. “Il punto è che questo è solo in parte possibile. Allora la vita risulta molto difficile. Ma anche affidarsi, in virtù delle prime esperienze infantili che possono essere state molto insicure e frustranti, può risultare molto complesso per alcune persone”.

Perfezionismo e incapacità a delegare

E poi prendiamo i perfezionisti, per loro la sola idea di mollare la presa e affidarsi a qualcun altro è inconcepibile. “Entro certi limiti è normale e anche giusto tendere a migliorarsi, quello che in psicoanalisi si chiama l’Ideale dell’Io. Quando è troppo esigente però, questo ideale diventa un tiranno che schiaccia l’Io e lo fa soccombere. Oggi a me pare una sindrome molto frequente, la società, e le famiglie o almeno alcune, richiedono alle persone alti livelli prestazionali, che alcuni interiorizzano più di altri”.

I rischi di non saper delegare

Al di là della mancanza di tempo, l’incapacità di delegare può avere diverse conseguenze nella vita quotidiana. “Può portare a circoli viziosi e situazioni da burn-out. In certe professioni è necessario delegare, perchè si lavora in team, perchè sono professioni complesse, ma direi che nella vita in generale occorre imparare a farci aiutare, a non sentirsi onnipotenti. Questo non è altro che un residuo dell’onnipotenza infantile e che nell’adulto causa molti problemi”. Chi non delega mai finisce per sentirsi solo e accerchiato da più responsabilità del dovuto. “A volte si sente perseguitato dalle troppe cose da fare e paradossalmente si convince di non essere aiutato e accusa gli altri di abbandonarlo, creando appunto quel circolo vizioso che abbiamo detto”.

Come liberarsi della sensazione di portare il peso del mondo sulle spalle

Spesso chi non riesce ad affidarsi agli altri sente di portare tutto il peso del mondo sulle spalle. “Delegare vuol dire aumentare il proprio spazio soggettivo. Si può anche scoprire che gli altri non sono incompetenti come si crede, o se lo sono questo ci sarà utile saperlo. A mio avviso imparare a delegare comporta solo benefici, nessuno svantaggio, ma è un’arte che si impara col tempo, con l’esperienza di vita, quando si ha sufficiente fiducia in sè da riuscire a darla agli altri: solo se io mi fido di me stesso, posso fidarmi di un altro e affidargli qualcosa di mio”.

I benefici del delegare

Riuscire a delegare è importante prima di tutto perchè rappresenta quanto detto sopra, capacità di sufficiente fiducia nell’altro, riduzione dell’onnipotenza, senso del limite, e anche avere cura di sè. “Io credo che riuscire a delegare sia un obiettivo importante nella vita – spiega Valdrè – vedo tante persone, nella mia pratica clinica, più infelici di quanto non dovrebbero a causa del volere fare tutto, essere presenti a tutto, provvedere a tutto, e devo dire che le donne hanno un triste primato in questo”. Il sapere delegare ha una sola conseguenza scomoda secondo Valdrè: “Se delego, avrò più tempo a disposizione e non potrò più accusare gli altri di non avere tempo per me”. Fine dei lamenti.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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