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Educazione sessuale a scuola: “Ne avrebbero bisogno anche i genitori, non solo i ragazzi”

La polemica sul tema dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole infervora il dibattito politico italiano. Tra chi la sostiene e chi la giudica “una porcheria”, ecco il parere di uno psichiatra e sessuologo.
Intervista a Dott. Marco Rossi
Psichiatra, sessuologo e presidente della Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale
A cura di Eleonora Di Nonno
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Nelle aule di Montecitorio si dibatte sul tema dell'educazione sessuale e affettiva: è polemica sulla proposta del Movimento Cinque Stelle per l'introduzione dell'insegnamento nelle scuole elementari e medie. Un emendamento bocciato dalla maggioranza, giudicato una "porcheria, nefandezza, degradante" da Rossano Sasso, deputato della Lega. L'Italia è uno dei pochi paesi dell'Unione Europea – insieme a Cipro, Bulgaria, Lituania, Romania e Polonia – dove l'insegnamento dell'educazione affettiva e sessuale all'interno del sistema scolastico non è obbligatorio. "Una percentuale altissima di ragazzi vuole che venga insegnata nelle scuole – spiega a Fanpage.it il sessuologo Marco Rossi –  Allora chi è che non è d'accordo? Forse i genitori, ma neanche loro hanno ricevuto un'educazione sessuale e affettiva adeguata. Bisognerebbe pensare a un progetto educativo per tutta la società".

Cosa si intende per educazione sessuale e affettiva

L'educazione sessuale e affettiva non prende in considerazione solo gli aspetti legati alla biologia ma anche quelli che hanno a che fare con la sfera relazionale e psicologica dell'individuo. "Quando si parla di educazione sessuale e affettiva si pensa sempre che siano i ragazzi i destinatari di questi insegnamenti. L'obiettivo dovrebbe essere quello di trasmettere consapevolezza emotiva, fisica e sentimentale legata alla sfera della sessualità – sostiene il sessuologo Marco Rossi, Psichiatra, sessuologo e presidente della Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale – Non si tratta solo di spiegare come mettere un preservativo ma anche il perché bisogna indossarlo. Una questione legata alla salute (difende dalla malattie sessualmente trasmissibili) e al rispetto dell'altro".

Quale è l'età giusta per parlare di educazione sessuale?

"L'educazione sessuale e affettiva dovrebbe iniziare alle scuole elementari. Va da sé che i tipi di insegnamenti dovrebbero variare con il variare dell'età – continua il sessuologo Rossi – Sarebbe opportuno partire parlando del valore delle emozioni, del riconoscimento dei sentimenti o del rispetto dell'altro. Con l'aumentare dell'età si possono poi approfondire argomenti più specifici". Secondo alcune indagini del Ministero della salute, la famiglia è un contesto in cui è difficile parlare di sessualità. "I primi interlocutori, in via teorica, dovrebbero essere i genitori. Teniamo conto, però, che possono parlare solo in virtù della loro esperienza ma neanche loro hanno ricevuto un'educazione sessuale adeguata – aggiunge l'esperto – Se l'educazione sessuale e affettiva punta a coinvolgere più ragazzi possibili, è logico che si pensa alla scuola come luogo di aggregazione. Non devono essere, però, gli insegnanti a impartire nozioni di questo genere".

Sessualità: dove, da chi e con quali conseguenze si informano i ragazzi

L'89% dei ragazzi e l'84% delle ragazze cerca informazioni legate alla sessualità online. "Molti ragazzi usano Internet a livello informativo e cercano cose come baciare o come fare l'amore. In questo caso il rischio è non avere gli strumenti per poter valutare quali sono le fonti attendibili e quali no – spiega il sessuologo – C'è poi l'aspetto legato alla pornografia e a tutte le conseguenze che porta con sé: dall'imitazione di pratiche puramente cinematografiche alla reiterazione degli stereotipi. Tra tutti il più pericoloso è quello della donna vista come mero oggetto di piacere, una cosa che potrebbe avere a che fare anche con le violenze di genere". Il rischio è che i giovani che entrano in contatto con il mondo della pornografia – senza aver ricevuto un sistema educativo adeguato – possano prendere per vero tutto ciò che accade sullo schermo. "Bisognerebbe investire tanto, anche economicamente, sui programmi di educazione sessuale e affettiva. Gli effetti non si avranno nell'immediato ma a lungo termine – conclude il sessuologo Marco Rossi – Parlare di sesso in Italia è ancora un tabù, il discorso educativo andrebbe allargato a tutta la società, genitori compresi, non solo ai ragazzi".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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