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Statali, scontro tra sindacati: sì da Cisl e Uil, no dalla Cgil

La Cisl e la Uil hanno firmato col Governo l’accordo sul salario di produttività nella Pubblica Amministrazione. Non l’ha fatto la Cigl.
A cura di Alfonso Biondi
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cgil cisl e uil

Cisl e Uil firmano l'accordo sul salario di produttività nella Pubblica Amministrazione. Non lo fa invece la Cgil, l'altro grande sindacato, che ha lasciato il tavolo senza firmare l'intesa. L'accordo ha innescato dure critiche del segretario della Cgil Susanna Camusso nei confronti di Cisl e Uil; la Camusso, ha accusato i due sindacati di "correre in soccorso a un governo che è un pò claudicante", che ieri ha incassato un pareggio in Commissione sul federalismo e che forse ne prenderà a causa del caso Ruby. Poi sul merito della questione ha affermato:

Cisl e Uil mostrano la volontà di sostenere un governo nelle code velenose della sua esistenza. Vorrei dire ai miei colleghi che per la Cgil la firma o la non firma di un accordo riguarda sempre il merito. In questo caso, la firma voleva dire sottoscrivere un accordo che si basa su una riforma che non abbiamo condiviso e che riguarda la riduzione delle risorse, significa non votare le Rsu e mettere un pietra sopra i precari. Tutte ragioni sindacali.

Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, s'è detto "molto irritato e dispiaciuto per le parole della collega Camusso. L'accordo –ha affermato Bonanni– non è una presa in giro dei lavoratori. Non mi sono mai permesso di dire cose di questo genere. Eppure ho molti dubbi sulla caratura essenzialmente sindacale dei comportamenti come quelli che ci tocca sopportare. Il lancio di accuse verso gli altri sindacati che farebbero da stampella al Governo e in genere il linguaggio usato oggi dalla Cgil  alimenta il clima di violenza e intimidazione nei confronti di Cisl e Uil: un fatto vergognoso"

Il segretario confederale della Uil Paolo Pirami, da canto suo, ha affermato che "è risolvendo problemi concreti che il sindacato potrà continuare ad essere credibile in Italia". Pirami ha poi aggiunto di "non comprendere le motivazioni per cui la Cgil non ha firmato un accordo che migliora le condizioni dei lavoratori".

Chi invece non butta benzina sul fuoco è il Ministro Renato Brunetta, visibilmente soddisfatto per l'accordo a firma dell'intesa con le organizzazioni sindacali per la regolazione del regime transitorio conseguente al blocco del rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro nel pubblico impiego. Per adesso, però, l'accordo è stato firmato da 6 sigle sindacali e all'appello ne mancano altre 7.

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