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Standard & Poor’s declassa gli Stati Uniti. Ma il Tesoro parla di errori di calcolo

S&P ha abbassato il rating degli Usa che perdono così tripla A. Il Tesoro americano parla di errori di calcolo, ma dalla Cina arrivano reazioni molto dure.
A cura di Alfonso Biondi
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Obama

Standard & Poor's ha abbassato il rating degli Stati Uniti, portandolo da AAA ad AA+. La decisione dell'agenzia di rating è dovuta all'insufficienza degli interventi sul debito e ai rischi politici collegati: per S&P, infatti, il piano di risanamento sul quale hanno deciso di puntare gli States non risulta idoneo a stabilizzare  il debito nel medio periodo. E in assenza di provvedimenti efficaci non è da escludere un ulteriore taglio del rating nei prossimi 12-18 mesi.

Si tratta, insomma, di una bella batosta per Obama e soci che, solamente 4 giorni fa, avevano dato il via libera all'accordo per l'innalzamento immediato del debito pubblico; un cazzotto ancora più doloroso se si pensa che questa è la prima volta che gli Usa vedono intaccata la propria affidabilità sui mercati finanziari.

Il Tesoro statunitense, però, non ci sta e parla di errori di calcolo da parte dell'agenzia. Il Tesoro, infatti, ricevuta in anticipo la bozza della decisione, aveva rinvenuto alcuni errori per circa 2mila miliardi di euro legati alle alle spese discrezionali del Congressional Budget Office. S&P non ha però tenuto conto delle osservazioni, procedendo sulla strada del declassamento.

Le altre due agenzie di rating, Moody's e Fitch,  non hanno (ancora) declassato il debito Usa che, per loro, continua ad avere la tripla A. Il declassamento della sola Standard & Poor's può quindi risultare più gestibile, ma adesso bisognerà vedere quale sarà la reazione dei mercati finanziari.

A preoccuparsi del declassamento, oltre agli statunitensi, c'è anche la Cina che detiene una parte considerevole di titoli di Stato americani. In una dura nota affidata all'agenzia Nuova Cina, si legge che Pechino ha tutto il diritto "di chiedere oggi agli Stati Uniti la soluzione dei problemi legati al debito strutturale del Paese e garantire la sicurezza degli asset cinesi denominati in dollari". E poi: "Sono ormai contati i giorni in cui lo zio Sam, piegato dai debiti, poteva facilmente dilapidare quantità infinite di prestiti stranieri".

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