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Spose bambine in India, la decisione dei giudici: “Sesso con minori equivale a stupro”

Per la Corte Suprema indiana l’imposizione da parte del marito di un rapporto sessuale prima dei 18 anni equivale a uno stupro. Ora la giovane sposa potrà recarsi, se lo desidera, in un commissariato di polizia per denunciare la violenza subita contro la propria volontà.
A cura di Susanna Picone
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L’imposizione da parte del marito di un rapporto sessuale prima dei 18 anni equivale a uno stupro. È quanto ha stabilito la Corte Suprema Indiana, aiutando in qualche modo le tantissime “spose bambine” del Paese, minori costrette dalle famiglie a sposarsi spesso con uomini molto più grandi e che non di rado le maltrattano. Per la Corte Suprema, d'ora in poi la giovane sposa potrà recarsi, se lo desidera, in un commissariato di polizia per denunciare, in base al codice penale indiano (Ipc), la violenza subita contro la propria volontà. La decisione dell’India – Paese dove la violenza sessuale sui minori è un fenomeno tragicamente diffuso – arriva nella Giornata Mondiale delle Bambine.

Il fenomeno delle spose bambine in India

Con la decisione odierna i giudici indiani hanno accolto una istanza contenuta in una “Procedura di pubblico interesse” presentata da un avvocato in cui si chiedeva fra l'altro di abrogare un articolo dell'Ipc (Section 375) che protegge il marito dall'accusa di stupro domestico “se la moglie ha più di 15 anni”. Secondo il tribunale, quell’articolo viola la Costituzione e i diritti fondamentali della “sposa bambina”. Secondo l'Unicef, in base alle statistiche esistenti, il 47 percento delle donne indiane si sposano prima dei 18 anni e il 18 percento prima ancora di compiere 15 anni. La legge indiana proibisce teoricamente il matrimonio delle donne sotto i 18 anni e degli uomini sotto i 21 ma nella realtà questa normativa viene spesso ignorata.

La sentenza della Corte Suprema Indiana ha messo in imbarazzo il governo del premier Narendra Modi che ha cercato di spiegare che l'impianto giuridico esistente tiene conto anche di usi e costumi di diverse etnie, fra cui quella dell'induismo più ortodosso che vede il matrimonio non come un contratto ma come un sacramento per cui le relazioni non dovrebbero essere regolate dalle leggi ma dai testi sacri. In ogni caso, queste argomentazioni non hanno fatto cambiare opinione ai giudici, che hanno ricordato anche uno studio della Boston University School of Public Health secondo cui in India una su cinque delle spose bambine è rimasta incinta quasi sempre entro il primo anno di nozze e una su sei ha partorito tre volte dopo essersi sposata.

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