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Federer lascia il tennis e restiamo senza meraviglia: continueremo a guardare, senza sognare

La Laver Cup sarà l’ultimo torneo a cui parteciperà Roger Federer. Una notizia che era nell’aria e che mette fine a una delle più grandi carriere di uno sportivo nella storia.
A cura di Jvan Sica
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Era nell’aria, qualche mese fa aveva dato appuntamento a tutti a Basilea, per il torneo casalingo di ottobre. Oggi però è arrivata la conferma chiara: Roger Federer lascia il tennis partecipando al suo ultimo torneo, la Laver Cup che si disputerà al The O2 Arena di Londra dal 23 al 25 settembre. La lettera di addio al tennis è piena di amore per il suo sport, per le persone che gli sono state vicino, per gli avversari, per le sfide che ha dovuto affrontare, per il pubblico che lo ha sempre sostenuto. Forse manca un po’ di malinconia, quella malinconia che proviamo adesso noi tifosi, ma anche solo semplicissimi osservatori del tennis.

Vedere Federer giocare era un’esperienza diversa dal vedere un corpo in movimento. Di questo “effetto Federer” ne hanno scritto in tanti, tra cui il compianto scrittore americano David Foster Wallace. Non potevi restare senza sognare quando Federer si muoveva per colpire la pallina gialla, era grazia sottile, innocente violenza, dolcezza, dolcezza profusa senza dimenticarsi di azzannare l’altro.

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Federer vinceva per manifesta bellezza, altri sportivi con questa caratteristica non se ne ricordano. Maradona lo faceva per malandrina arroganza, Jordan per strabordante passione, Phelps per fisiologica monumentalità, Federer invece era soavemente terrificante per gli avversari. Come lui, nessuno mai.

In questi giorni, fino alla Laver Cup conclusiva, tanti parleranno e scriveranno di questo suo essere meraviglioso, ma è bene anche dire che non faceva sport per le riviste patinate e nemmeno per far luccicare gli occhi dei critici. Giocava a tennis per vincere le partite, solo per questo, il resto era talento allenato e curato. Roger Federer ha vinto 103 tornei ATP, di cui il primo a Milano sul sintetico, battendo ai quarti Ivanisevic e in semifinale Kafelnikov. Lì si iniziò a intuire che era qualcosa di speciale. Da lì in poi ha macinato come un ossesso, conquistando sei Australian Open, un Roland Garros nel 2009, otto Wimbledon, cinque US Open, sei ATP Finals. Da grande uomo di sport ha sempre cercato anche la medaglia d’oro olimpica, sfuggitagli in singolare, ma conquistata nel doppio con Stan Wawrinka a Pechino 2008.

Un giovane Roger celebra il primo titolo a Wimbledon nel 2003.
Un giovane Roger celebra il primo titolo a Wimbledon nel 2003.

Nel periodo 2003-2007 Federer era letteralmente ingiocabile, un tennista non solo venuto dal futuro, ma direttamente da un’altra galassia. Per poter capire come stava in campo, come si muoveva il suo corpo e soprattutto come si muovevano le sue braccia e il suo polso, gli avversari ci hanno messo tre anni, solo dopo questo tempo immenso per il tennis qualcuno ha iniziato a dargli un po’ di fastidio. Per fortuna del tennis, nostra e anche sua, dal 2005 in avanti è arrivato il signor Rafa Nadal, che ha pensato bene di non capirlo, bensì cercare di superarlo prendendo un’altra strada. Hanno creato due modelli quasi opposti nel giocare a tennis e tutti hanno potuto assistere ad anni di sfide sensazionali.

Roger Federer e Rafa Nadal, amici e rivali, qui in tandem in Laver Cup.
Roger Federer e Rafa Nadal, amici e rivali, qui in tandem in Laver Cup.

Questo loro essere così diversi in tutto, tranne che nel rispetto per il gioco e gli avversari, ha permesso di creare l’elemento principale della pozione magica che ogni sport anela con tutto sé stesso: lo scontro fra opposti. Ogni volta che Federer e Nadal sono scesi in campo in questi anni, era chiaro per un bambino di 3 anni, fino al signore di 99 e oltre, che si stavano affrontando due mondi diversi, due formazioni diverse, due corpi diversi, due istinti per il gioco diversi. Se questa diversità totale è instillata in due atleti con un grande cervello e la voglia sfrenata per la vittoria di Federer e Nadal, si fa la Storia e bisogna stare attenti alla maiuscola iniziale.

Federer oggi lascia e per fortuna non lo ha fatto di colpo, ci ha fatto digerire un tennis senza di lui. Tutti gli aggettivi negativi di questo mondo coloreranno ora il suo sport: sarà vuoto, incolore, insapore, triste, povero senza di lui. Tutto vero, i Federer non nascono ogni 50 anni. Chi ha pazienza potrà aspettare ma senza sperare troppo. La speranza di tornare a vedere la meraviglia ci farà sciupare la prossima occasione. Per adesso è meglio essere tristi e continuare a guardare. Senza sognare.

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