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Federica Pellegrini e la morte dell’allenatore Castagnetti: “Ho atteso per mesi tutte le notti”

Federica Pellegrini racconta il grande dolore per la morte improvvisa del suo allenatore Alberto Castagnetti nel 2009: i dubbi e le attese tutte le notti.
A cura di Paolo Fiorenza
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Federica Pellegrini, una carriera da Divina dello sport italiano, ma anche molte sofferenze dietro la patina della campionessa ammirata da tutti. Tanto leggera nel volare in piscina e vincere medaglie olimpiche e mondiali, quanto fragile nel privato, tra attacchi di panico in piscina e problemi legati all'alimentazione, come bulimia e dismorfia. E con un grande dolore, che l'ha accompagnata nella seconda parte della sua carriera: la morte improvvisa a 66 anni del suo allenatore Alberto Castagnetti, col quale aveva un rapporto profondo.

"Il 12 ottobre 2009 è stato il giorno più brutto della mia vita", scrive la 34enne veneta nella sua autobiografia appena pubblicata, in cui racconta il grande rimpianto legato proprio a quel giorno: "Alberto aveva programmato un'operazione al cuore che non doveva essere troppo complicata. Era diverso, soprattutto con me. Era più affettuoso del solito, lui che era sempre stato un po' rude, mai sentimentale. Non avevo capito quanto fosse spaventato, quanto l'idea di quell’operazione lo rendesse fragile. Si opera e sembrava che l'intervento fosse andato bene. Non vedeva l'ora di ricominciare, veniva spesso in piscina a vederci allenare. Faceva un po' fatica a respirare, a muoversi, ma niente di serio. Noi gli dicevamo di stare a casa, di riposarsi, ma lui era impaziente. Forse se fosse rimasto più a lungo in ospedale le cose sarebbero andate in un altro modo. Ma Alberto era testardo, se si convinceva di qualcosa nessuno era in grado di fargli cambiare idea".

Federica Pellegrini e Alberto Castagnetti nel giugno del 2009: l'allenatore morirà 4 mesi dopo
Federica Pellegrini e Alberto Castagnetti nel giugno del 2009: l'allenatore morirà 4 mesi dopo

Federica aveva 21 anni, ma già aveva scritto il suo nome nella storia con le meravigliose doppiette d'oro alle Olimpiadi di Pechino del 2008 e ai Mondiali di Roma dell'anno dopo: "Il 12 ottobre sono passata davanti a casa sua in macchina – ricorda tornando a quel giorno che non dimenticherà mai – Ho sentito una voce dentro di me che diceva fermati. Una di quelle folate di vento che mi bisbigliava all'orecchio. Fermati, vallo a trovare, mi sussurrava. Ma io non ci sono andata. Temevo di disturbare, che fosse stanco. Ho proseguito senza fermarmi. Poche ore dopo Luca (Marin, il suo fidanzato di allora, ndr) ha ricevuto un messaggio da un albergatore di Arbizzano suo amico. Alberto era morto. Non ci ho creduto, Luca ha chiamato Isabella, la moglie di Alberto. Lei ha risposto piangendo. Solo dopo molto tempo mi sono ricordata di quella voce. Lo ha trovato lei. Alberto era in casa, e quando Isabella è rientrata insieme alla figlia Virginia lui era già morto. Forse un errore nel dosaggio degli anticoagulanti, non si è mai capito bene. Comunque sia, Alberto se lo sentiva".

Fu un avvenimento devastante nella vita e nella carriera della Pellegrini: "Il 12 ottobre 2009 è stato il giorno più brutto della mia vita. Non ho capito più niente, ho chiamato mia mamma, urlavo, piangevo, ero sotto choc. Al funerale la sua bara l'hanno portata in spalla i nuotatori. Qualche giorno dopo sono andata nel suo studio, ad Arbizzano. Volevo un ricordo di lui. Ero arrabbiata perché la Federazione si era fatta dare dalla moglie tutti i quaderni sui quali Alberto segnava gli appunti per gli allenamenti. Mi era sembrata una prepotenza insopportabile. Ma nel suo studio, aprendo un cassetto, ne ho trovato uno, quello della prima stagione che abbiamo fatto insieme. Non l'ho mai detto a nessuno ma il quaderno mancante, quello che non si è più trovato, ce l'ho io a casa. Lo conservo insieme a un paio dei suoi occhiali da lettura, quelli che la mattina poggiava sul naso scrivendo gli allenamenti".

Federica oggi a 34 anni, felice col marito Matteo Giunta
Federica oggi a 34 anni, felice col marito Matteo Giunta

La morte di Castagnetti ha messo a dura prova tutto quello in cui Federica credeva: "Quando Alberto è morto ho avuto una crisi profonda. Avevo un problema legato all'abbandono, non riuscivo più a dormire da sola. Luca non lo capiva. Se lui non c'era non dormivo, arrivavo agli allenamenti la mattina con una specie di jet lag, avevo paura. Ma di cosa? Mi addormentavo solo con la luce accesa e quando ero stremata. Ma non ho mai voluto prendere sonniferi o psicofarmaci perché nella mia testa sapevo che ce la doveva fare da sola. Per giorni e poi mesi tutte le notti aspettavo che Alberto mi desse un segno, che mi facesse sentire la sua presenza. Speravo che almeno in sogno venisse a salutarmi. E invece niente. Mi ha lasciato così, di colpo, senza neanche una carezza. In quei mesi ho messo in discussione tutto, tutto quello in cui credevo, compresa la mia fede religiosa".

La Pellegrini ai funerali di Castagnetti
La Pellegrini ai funerali di Castagnetti

Poi è successo qualcosa: "Nel maggio 2010, qualche mese dopo la sua morte, mi sono tatuata un mazzo di rose con il suo nome. Senza che io glielo avessi chiesto il tatuatore ha aggiunto tra quei fiori una libellula. Da quel momento la libellula è diventata il mio animale guida. Ho cominciato ad accorgermi che c'erano libellule vicino a me nei momenti importanti. Ai Mondiali di Gwangju del 2019 una libellula rossa mi ha seguito tutta la settimana. Trovavo libellule appoggiate sulla mia borraccia nei collegiali in giro per il mondo, sotto al sole. Poco tempo fa, riguardando le mie vecchie foto, ho ritrovato quelle del funerale di Alberto. Sono rimasta senza parole. Indossavo un paio di occhiali scuri, non so dove li avessi presi né dove siano finiti. Sulla montatura, grande, c'era una decorazione a forma di libellula".

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