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Schumacher, 20 anni dal primo mondiale vinto con la Ferrari: “Il più emozionante”

Oggi ricorrono i vent’anni dal primo titolo in Ferrari di Michael Schumacher e un’intervista inedita del 2013, poche settimane prima del grave incidente sulle nevi di Méribel in Francia, il pilota tedesco lo descrisse così: “Il campionato più emozionante fu quello vinto a Suzuka nel 2000 con la Ferrari. Il Cavallino non vinceva il titolo da 21 anni e anch’io non trionfavo da quattro”.
A cura di Vito Lamorte
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"Il campionato più emozionante fu quello vinto a Suzuka nel 2000 con la Ferrari. Il Cavallino non vinceva il titolo da 21 anni e anch'io non trionfavo da quattro. Finalmente vincemmo il campionato, un grande campionato". Parole e pensieri di Michael Schumacher tratte da un'intervista inedita del 2013, poche settimane prima del grave incidente sulle nevi di Méribel in Francia, pubblicata sul suo sito ufficiale due anni fa. Sono passati venti anni da quel giorno a Suzuka, quando Michael riportò il Cavallino Rampante sul tetto del mondo, e ne sono passati sette da quel giorno dell'incidente in Savoia: ci sono sempre poche notizie ma qualche settimana fa le dichiarazioni del neurologo svizzero Erich Riederer, secondo cui il pilota sarebbe in stato vegetativo, hanno destato un certo clamore.

Nell'anno che apriva il nuovo millennio il concorrente di Schumacher per il titolo mondiale fu Mika Hakkinen della McLaren, un avversario che il pilota tedesco ha affermato di stimare molto: "Il rivale che ho rispettato di più in carriera è stato Hakkinen, sia per le grandi battaglie in pista che per una relazione molto solida anche una volta tolti i caschi".

Schumacher parlò del suo idolo da bambino e del fatto che non facesse parte dello sport dove avrebbe primeggiato: "Quando ero piccolo in pista c'era Ayrton Senna o Vincenzo Sospiri, li ammiravo. Il mio idolo però era Harald "Toni" Schumacher perché fu un grande calciatore (portiere della Germania Ovest ndr)".

Infine il ‘Tedesco volante', sempre nell'intervista del 2013, fece riferimento anche all'importanza del lavoro di squadra, oltre alla competitività della monoposto: "I risultati arrivano se tutti lavorano bene nella stessa direzione. Da solo uno può fare fino a un certo punto, una squadra sarà sempre più forte. E la F1 è un lavoro di squadra".

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