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MotoGP, Yamaha, Ducati e Suzuki (ma non Honda) chiamate a congelare il motore “il prima possibile”

Con una comunicazione ufficiale il Motomondiale ha reso noto che i costruttori MotoGP che non godono di concessioni, ad eccezione di Honda che ha già provveduto a punzonare il suo motore in Qatar, dovranno adeguarsi il più presto possibile al regolamento, inviando i disegni digitali dei propulsori affinché vengano omologati e non possano essere più sviluppati nel corso dell’anno. Tutte le case, incluse Aprilia e KTM che beneficiano invece dei vantaggi tecnici, dovranno inoltre fornire i disegni del pacchetto aerodinamico al quale sarà possibile apportare un solo aggiornamento nel corso della stagione.
A cura di Valeria Aiello
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Valentino Rossi in azione in Qatar nel 2019 / Getty
Valentino Rossi in azione in Qatar nel 2019 / Getty

Come anticipato, nonostante la cancellazione del round del Qatar e il rinvio delle gare successive (a questo link l’ultima versione del calendario 2020 del campionato del mondo MotoGP), il Motomondiale ha ribadito il divieto di sviluppo previsto dal regolamento tecnico per quanto riguarda i motori, nel caso dei costruttori che non godono di concessioni (Honda, Ducati,  Yamaha e Suzuki), e dell’aerodinamica per tutte le Case impegnate in classe regina, incluse quindi anche Aprilia e KTM che beneficiano invece dei vantaggi tecnici e che, come le rivali, avranno a disposizione per ciascun pilota un solo step evolutivo del primo pacchetto omologato.

Coronavirus, omologazione attraverso disegni digitali

La conferma di quello che era nell’aria dalla scorsa settimana è arrivata oggi, oggi, lunedì 23 marzo, attraverso un comunicato ufficiale che descrive come si dovrà procedere per ottenere l’omologazione in considerazione dell’emergenza Coronavirus (qui le ultime notizie e gli aggiornamenti in tempo reale sulla situazione in Italia e nel resto del mondo).

Secondo il regolamento della MotoGP, le verifiche tecniche di motori e kit aerodinamico si svolgono alla vigilia del primo Gran Premio (di solito al giovedì) ma “a causa della cancellazione del round per la sola classe MotoGP, i controlli di omologazione non sono stati possibili – si legge nella nota del campionato – . Tuttavia, il GP del Qatar rimane il punto di partenza ufficiale della stagione nonché l’appuntamento da cui iniziano ad essere applicate le regole per l’omologazione”. Per tali motivi “FIM, IRTA, MSMA e Dorna concordano sul fatto che per ragioni di uguaglianza e correttezza, l’omologazione deve quindi essere effettuata in remoto e in digitale il più presto possibile”.

Yamaha, Ducati e Suzuki (ma non Honda) chiamate a congelare il motore "il prima possibile"

In altre parole, tutti i costruttori che non godono di concessioni, ad eccezione di Honda, dovranno inviare il prima possibile (secondo voci interne ai team, la data scadenza sarebbe fissata in mercoledì 25 marzo) i disegni digitali dei propri propulsori. “Honda – puntualizza la nota – è stata l’unica casa a fornire tutte parti del motore in Qatar” dal momento che, dopo l’ultimo turno di test pre-campionato, parte della squadra ha preferito rimanere a Losail invece di rientrare in Giappone. “Il resto dei costruttori – prosegue il comunicato – non è stato in grado di farlo a causa delle circostanze attenuanti, inviando invece i propri motori campione all’organizzazione del campionato, propulsori che dovranno corrispondere a quelli montati sulle moto al primo evento del 2020”.

Diversa invece la situazione per quanto riguarda l’omologazione del pacchetto aerodinamico che, non essendo soggetta alle restrizioni previste dal sistema delle concessioni, è regolamentata da altre norme che consentono per ciascun pilota un solo step di sviluppo a tutti i costruttori iscritti da più di un anno al campionato. Il limite di due versioni è quindi valido sia per i portacolori di Honda, Ducati, Yamaha, Suzuki, sia per i piloti di Aprilia e KTM.

In tal senso, il Motomondiale sollecita tutti i costruttori a inviare i disegni digitali del primo kit aerodinamico di ciascun rider iscritto al campionato. “FIM, IRTA, MSMA e Dorna fanno tutto il possibile per concentrarsi sulla semplicità sia per i costruttori sia nell’applicazione delle regole – aggiunge la nota – . La MotoGP  non ha mai considerato un periodo di chiusura durante il quale tutte le factory debbano cessare qualsiasi sviluppo per un determinato periodo di tempo, in qualsiasi momento dell’anno, principalmente a causa della difficoltà nel controllare tale regolamento. Lo sviluppo su qualsiasi altra parte delle moto non soggetta ad omologazione può quindi continuare, come avvenuto nelle altre stagioni”.

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