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MotoGP 2020, Coronavirus e protocollo: “Il Mondiale non si fermerà con pochi contagiati”

Svelato il protocollo sanitario “anti-Coronavirus” in vista dell’esordio nel Mondiale 2020 della MotoGP a Jerez: test, tamponi, dispositivi di protezione individuale e distanziamento sociale per tutti i componenti del paddock. Il responsabile medico del Motomondiale però avverte: “Norme severe, ma non fermeremo il Mondiale per uno o due contagi”.
A cura di Michele Mazzeo
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Così come la Formula 1, anche la MotoGP si prepara per il debutto della nuova stagione con quattro mesi di ritardo rispetto al programma originale. Il Mondiale 2020 della classe regina delle due ruote partirà infatti da Jerez de la Frontera nel week end del 19 luglio (per Moto2 e Moto3 che prima della sosta forzata hanno gareggiato in Qatar si tratterà invece di una ripresa). Con l'emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus (qui gli aggiornamenti con le ultime notizie dall'Italia e dal resto del mondo) che, almeno in Europa, sembra essersi attenuata, dunque anche Marc Marquez, Valentino Rossi, Fabio Quartararo e tutti gli altri protagonisti del Motomondiale potranno finalmente scendere in pista per aprire le danze di questa nuova stagione.

Coronavirus, MotoGP: il protocollo sanitario del Motomondiale 2020

Lo si farà, ma nulla sarà lasciato al caso. Dorna, FIM e IRTA difatti hanno studiato un protocollo sanitario ad hoc per ridurre il rischio di nuovi contagi da Covid-19 nei circuiti. A spiegare nel dettaglio cosa prevederà questo codice di comportamento è stato il dottor Angel Charte, direttore medico del Motomondiale che ha elencato uno per uno i punti previsti nel protocollo ai quali dovranno attenersi tutti i componenti del paddock:

  • Tamponi e test sierologici  tre giorni prima dell’evento
  • Autoisolamento fino all’inizio dell’evento
  • Test campione al circuito
  • Uso obbligatorio dei dispositivi di protezione individuale nel viaggio verso il circuito e all’interno del circuito
  • Utilizzo obbligatorio di maschere facciali in ogni momento e, quando possibile, lavaggio delle mani.
  • Ogni pilota avrà il suo team predefinito e questi non potranno mischiarsi con altre persone (nemmeno con piloti e tecnici della stessa squadra)
  • Seguire le linee guida del distanziamento sociale
  • Utilizzo di un’applicazione dove verranno inseriti giornalmente i risultati dei controlli quotidiani e che monitora chi è in contatto con chi
  • Visite mediche quotidiane per tutti
  • Nel caso in cui ci sia il sospetto che una persona possa aver contratto il virus questa sarà inviata in un’area ristretta del centro medico per essere sottoposto ad ulteriori esami
  • Qualora vi sia il sospetto che il Covid-19 si sia diffuso tra diversi membri del paddock, tutti i sospettato saranno inviati direttamente in un ospedale locale dove verranno sottoposti ad ulteriori test di funzionalità polmonare, di anticorpi e al tampone: se il risultato dei test sarà negativo la persona potrà tornare nel circuito e curata eventualmente dal personale del centro medico, qualora invece il risultato dei test sarà positivo al coronavirus la persona in questione sarà isolata in ospedale o in un hotel e posta sotto il controllo della direzione medica del Motomondiale.
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Il direttore medico MotoGP: "Con uno o due contagiati il Mondiale non sarà fermato"

Questo dunque quanto prevede il protocollo sanitario in vista dell'inizio di stagione della MotoGP e la ripresa delle classi inferiori del Motomondiale. Lo stesso dottor Angel Charte in un'intervista rilasciata a MotoGP.com ha però tenuto a sottolineare che il protocollo previsto è molto severo ma che anche se ci dovessero essere uno o due contagi il Mondiale non sarà fermato: "Adesso abbiamo un protocollo perfettamente strutturato e definito, lo seguiremo alla lettera nella prima gara – ha dichiarato infatti il responsabile medico del Motomondiale – . E anche se avremo un caso o due, non fermeremo il Mondiale, perché abbiamo la situazione sotto controllo. Chiaro, se ci saranno 100 casi, dovremo fermarci. Ma già dalla prima gara ci giochiamo molto: a Jerez non possiamo sbagliare niente e chi non segue le regole sarà punito severamente".

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