Morto Tony Rutter, addio al sette volte campione e leggenda del TT
Il motociclismo perde un’altra delle sue leggende. Il mitico pilota Tony Rutter è morto all’età di 79 anni. Casualità ha voluto che la tragica notizia arrivi solo a qualche giorno di distanza della cancellazione a causa del Coronavirus del Tourist Trophy 2020, proprio quella gara che ha fatto entrare il britannico classe ‘41 nella storia dello sport. Sono infatti sette le vittorie conquistate in carriera nella “corsa della morte” che disputa ogni anno sull’Isola di Man.
Morto Tony Rutter: l’annuncio del figlio Michael
A dare l’annuncio il figlio Michael Rutter, anche lui pilota di gare su strada di grande successo: ”È con tristezza che, dopo un periodo di salute cagionevole, oggi papà è morto – ha scritto infatti sul proprio profilo Facebook -. Ero con lui quando è deceduto ed era in pace. Mi fa sorridere come papà abbia vissuto la sua vita esattamente come voleva e come ne abbia ricavato così tanto – ha continuato -. Vorrei ringraziare i suoi accompagnatori per essersi presi così tanta cura di lui e tutti i suoi tifosi e sostenitori”.
Addio alla leggenda del Tourist Trophy
Tony Rutter ha dedicato la sua vita alle corse in moto con una carriera lunga 22 anni costellata di grandi successi. Verrà infatti per sempre ricordato per aver vinto in quattro occasioni il campionato Mondiale di TT F2 in età avanzata (nel 1981 a 40 anni la sua prima volta in sella ad una Ducati), per le nove nel North-West 200, le cinque nell'Ulster Grand Prix e per i due titoli britannici messi in cascina, oltre che per gli innumerevoli trionfi in singole gare.
I 7 titoli al TT e quel secondo posto dietro Giacomo Agostini
Ma a farlo entrare tra le leggende delle due ruote sono state soprattutto le sue gesta nel TT dell’Isola di Man. Fu qui infatti che nel 1972, arrivando secondo dietro al grande Giacomo Agostini nella gara della 350cc, conquistò il primo dei suoi cinque podi nel Motomondiale. E fu qui che, successivamente, trionfò in sette occasioni quando la gara fu esclusa dal calendario del campionato iridato per la sua troppa pericolosità.