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Max Biaggi sabotato in Ducati: modificavano di nascosto la sua moto per impedirgli di vincere

Scioccante rivelazione fatta dal sei volte campione del mondo Max Biaggi riguardo al Mondiale della Superbike 2008: la Ducati avrebbe messo in atto un boicottaggio nei suoi confronti depotenziando la sua moto fino a quando Bayliss non fosse certo di conquistare il titolo iridato.
A cura di Michele Mazzeo
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Dopo 14 anni di silenzio Max Biaggi vuota il sacco su quanto accaduto nel 2008 quando, sbarcato nel team satellite della Ducati GMB Racing, fu protagonista della sua peggior stagione nel Mondiale Superbike nonostante alla vigilia fosse il più accreditato rivale di Troy Bayliss che quell'anno con il team ufficiale della casa di Borgo Panigale conquisterà quindi quasi indisturbato il suo terzo e ultimo titolo iridato nella classe regina delle derivate di serie. Le accuse che il pilota romano rivolge alla Ducati e al capo della sua squadra di allora Marco Borciani sono gravissime: secondo quanto raccontato dal Corsaro infatti in quel campionato subì un vero e proprio sabotaggio interno da parte della casa italiana che, per ragioni politiche, depotenziò la sua moto estromettendolo di fatto dalla lotta per la vittoria nelle singole gare e quindi dalla corsa iridata.

Secondo la versione dei fatti riportata a distanza di 14 anni da Max Biaggi (che ha deciso di rendere pubblico quanto avvenuto nel 2008 in seguito ad un'intervista rilasciata a Corsedimoto.com in cui Borciani ha definito "un incubo" la sua gestione in quella stagione) infatti la moto provata nei test pre-campionato in Australia era una Ducati molto competitiva nonché molto più veloce di quella con cui Bayliss l'anno precedente aveva stravinto il Mondiale:

"La moto che io provai la prima volta per il 2008, era una moto assolutamente vincente. Rispetto all'anno precedente la moto guadagnava 200 cc di cilindrata, mentre alcuni suoi componenti divennero di serie. Fummo noi, con il team di Borciani, a provare per la prima volta quella moto in Australia, durante dei test privati. In quell'occasione – scrive difatti il 51enne romano in lunghissimo post pubblicato sul proprio profilo Facebook –  facemmo una simulazione gara, che concludemmo con un tempo inferiore di 4 secondi, rispetto a quello ottenuto nella gara vinta nell'anno precedente da Bayliss, con la vecchia moto ufficiale e con le medesime coperture. Anche sul best lap risultai più veloce della pole position fatta sempre da Bayliss nel 2007, esattamente di quattro decimi. La moto in quell'occasione aveva il regime di rotazione massima a 11500 giri/min".

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Già nel secondo test, fatto pochi giorni dopo in Qatar, le prestazioni della sua moto, che restava comunque ancora velocissima, erano state ridotte per motivi di sicurezza: "Dopo pochi giorni ci spostammo in Qatar, per un nuovo test ed in quell’occasione alla moto furono tolti 500 giri/min, per un presunto problema strutturale sugli alberi a camme. Non potemmo fare null'altro che adeguarci" prosegue difatti il sei volte campione del mondo nel suo racconto riguardo alla sua unica stagione in Ducati nel 2008. Nonostante la sfortuna anche nelle prime gare del Mondiale, a Losail prima e Phillip Island poi, arrivarono conferme sulla bontà della moto affidatagli dalla Ducati:

"Alla prima gara ottenni un secondo ed un terzo posto, mentre in Australia, nel giro di lancio della superpole, si ruppe la leva del cambio. Non potendo partecipare alla superpole, presi il via dalla sedicesima posizione, in quarta fila. In gara 1 impiegai nove giri per raggiungere la seconda posizione e nei successivi sette giri ridussi il gap da Bayliss, che era primo, fino a 1.6 secondi – continua difatti Max Biaggi ripercorrendo in ordine cronologico gli eventi della tormentata stagione 2008 –. Purtroppo però a sei giri dalla fine scivolai senza conseguenze, nel tornantino in discesa. In gara 2 riprovai a rimontare e dopo sei giri ero già terzo, ma un brutto incidente in curva 1 mi mise fuori dai giochi. L'incidente a rivederlo fa paura anche oggi. In quella curva si arriva a 300 km/h e nella bruttissima carambola fortunatamente mi fratturai solo il radio del braccio sinistro".

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L'infortunio rimediato a Phillip Island tenne fuori il Corsaro per tre settimane che però riuscì a tornare in pista per la terza tappa della stagione, in Spagna. Lì però si ritrovò con una moto, a suo dire, molto diversa da quella con cui aveva effettuato i test pre-stagionali e i primi due round del campionato: "Ritornai a Valencia, dopo 21 giorni di gesso e nelle prime libere mi accorsi che c'era qualcosa che non andava sulla moto. Mi fermai ai box e parlai con il mio capotecnico. Il problema rimase però indefinito e finii il turno con molti dubbi. All'inizio del secondo turno di libere, notai lo stesso identico problema e rientrai subito ai box. Dissi al mio capotecnico che avrei concluso lì le mie prove – ha poi rivelato il pilota classe '71 –! Infatti ritornavo dal brutto infortunio alla mano e per correre dovetti fare delle infiltrazioni di antidolorifici sul polso, per cui non aveva senso continuare, con una moto che aveva un evidente calo di prestazioni. Venivo superato da piloti che non avevo mai visto! Assurdo".

Dopo aver insistito parecchio Max Biaggi sarebbe stato informato del boicottaggio messo in atto dalla Ducati (nel cui team ufficiale sarebbe dovuto andare nella stagione successiva) nei suoi confronti: "Il mio capotecnico, dopo vari tira e molla, finalmente ammise che l’allora Direttore Generale di Ducati Corse Filippo Preziosi, gli aveva ordinato di inserire una mappa specifica, che toglieva tra i 15 ed i 18 CV su tutto il l'arco di utilizzo" è infatti la scioccante rivelazione fatta dal centauro capitolino. E a spiegare il motivo di questo presunto boicottaggio interno è stato lo stesso Corsaro:

"Questo perché era necessario che a vincere fosse un solo pilota, altrimenti il regolamento avrebbe penalizzato la 2 cilindri. Infatti se a vincere fosse stato un solo pilota, la vittoria sarebbe stata imputabile alla sua bravura e non ad un vantaggio tecnico del 2 cilindri rispetto al 4 cilindri. La mia moto era diventata improvvisamente un cancello. All'epoca il regolamento principalmente prevedeva che il livellamento delle prestazioni tra i 4 ed i 2 cilindri, in seguito ad un vantaggio di cilindrata a favore delle 2 cilindri di 200 cc, avvenisse grazie ad un differente peso minimo e con l’utilizzo degli air restrictor, con i quali si limitava l’aria in ingresso all'air box – ha difatti spiegato Biaggi entrando nei meandri regolamentari del Mondiale Superbike del 2008 –.

Le penalizzazioni scattavano facilmente, nel caso in cui nei primi posti fosse presente un maggior numero di piloti, equipaggiati con una delle due motorizzazioni. La moto che io avevo provato in Australia era assolutamente vincente, in quanto sinceramente aveva un vantaggio in termini di cilindrata eccessivo. Per questo motivo – ha quindi aggiunto –, per poter vincere il mondiale era necessario penalizzare le moto clienti. Se il podio fosse stato monopolizzato dalle 2 cilindri, l’applicazione del regolamento avrebbe ridotto il vantaggio prestazionale dalla Ducati 1098".

A conferma della sua versione dei fatti Max Biaggi infine fa notare come, una volta che Troy Bayliss si era assicurato la quasi certezza della conquista del titolo iridato improvvisamente la sua Ducati è tornata ad essere una moto dominante, addirittura ancora più performante rispetto la primo test pre-stagionale in Australia:

"A riprova di quanto detto, qualche gara più tardi, quando ormai il vantaggio di Bayliss in classifica generale era consolidato e quando ormai era certo che sarei andato sulla Ducati ufficiale, sulla mia moto il limitatore venne spostato a 12250 giri/min. Il tutto senza alcuna modifica strutturale! Quello stesso motore ora poteva sopportare 1250 giri/min in più. Pazzesco! Insomma – chiosa il Corsaro nel suo personale racconto della strana stagione 2008 formalizzando le accuse nei confronti della casa di Borgo Panigale – i giri motore venivano aumentati e diminuiti in funzione della classifica generale. Ecco la verità che non ho mai detto".

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