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Kimi Antonelli racconta il periodo più buio nella F1 2025: da “Verstappen in Mercedes” al “tunnel” di Las Vegas

La stagione d’esordio in Formula 1 di Kimi Antonelli non è stata una corsa lineare. Il rookie Mercedes racconta il momento più difficile del 2025: il calo estivo, le voci su Max Verstappen, la pressione interna e quella svolta mentale arrivata a Las Vegas.
A cura di Michele Mazzeo
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Il debutto in Formula 1 di Kimi Antonelli aveva lasciato intravedere un percorso diverso. Le prime gare, fino al primo podio in F1 della carriera arrivato in Canada, avevano restituito l'immagine di un rookie solido, capace di reggere l'impatto con il mondo Mercedes. Poi qualcosa si è rotto.

Nella fase centrale della stagione il 19enne bolognese ha smesso di vedere i progressi che si aspettava, entrando in quello che lui stesso definisce il periodo più duro dell'anno. Tanti errori, tanti zeri e un episodio pesante in Austria (dove ha centrato in pieno l'amico Max Verstappen) che gli è costato anche una penalità.

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Il peso della Mercedes e il primo momento di difficoltà di Kimi Antonelli

Il problema non era soltanto tecnico. Il giovane pilota italiano ammette di aver perso lucidità, iniziando a pensare più al risultato che al processo. La pressione di correre per un top team ha amplificato tutto: ogni errore pesava doppio, ogni weekend diventava un esame. Monza, gara di casa, è stato il punto di rottura. La critica pubblica di Toto Wolff ha segnato un passaggio netto e costretto Antonelli a guardarsi dentro.

Dopo quell'appuntamento è arrivato un confronto diretto con il team, una riunione che ha avuto l'effetto di un reset. "In quel periodo difficile, avevo perso un po' la direzione", ha spiegato in un'intervista rilasciata a Motorsport.com, chiarendo come il problema principale fosse diventato mentale prima ancora che sportivo.

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Le voci su Verstappen e una pressione che resta dentro

A rendere tutto più complicato sono arrivate le indiscrezioni di mercato. Nel momento più fragile della stagione, attorno a Mercedes hanno iniziato a circolare le voci su Max Verstappen. Antonelli sapeva di avere un contratto a lungo termine, ma l'eco di quelle notizie ha inciso comunque.

"Stavo già attraversando un periodo complicato e ricevere pressioni dall'esterno non ha certo aiutato", ha raccontato al giornalista Roberto Chinchero. È il lato meno visibile della Formula 1 moderna: il rumore di fondo che entra nell'abitacolo e resta anche quando il casco è abbassato. Per un rookie, gestirlo non è scontato.

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Il tunnel di Las Vegas e la svolta mentale

La svolta non è arrivata con un aggiornamento o con un risultato immediato, ma con una sensazione. A Las Vegas, costretto a rimontare dopo una qualifica negativa, il classe 2006 ha vissuto per la prima volta uno stato mentale nuovo. "Ho iniziato a sentirmi come se fossi in un tunnel", ha detto nel prosieguo dell'intervista con la testata specializzata, descrivendo una guida istintiva, automatica, senza pensieri superflui. È stato lì che ha ritrovato controllo e fiducia. Persino i messaggi radio del suo ingegnere di pista "Bono", utili ma invasivi, rischiavano di spezzare quel flusso. Da quel momento e da quella clamorosa rimonta il suo finale di stagione ha avuto un altro volto, fatto di maggiore solidità e consapevolezza. E da qui sono tornati anche i risultati con il secondo posto ad Interlagos come ciliegina sulla torta.

Il periodo buio della F1 2025 non ha segnato Antonelli in negativo. Al contrario, lo ha costretto a crescere in fretta. Oggi guarda a quell'estate come a una prova superata: dura, necessaria, formativa. La sensazione è che il momento migliore, come dice lui, debba ancora arrivare.

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