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Formula 1, Lewis Hamilton sotto investigazione Fia per la maglietta anti-razzismo del Mugello

La FIA sta indagando su Lewis Hamilton per aver indossato una maglietta con un messaggio sulla sparatoria di Breonna Taylor sia prima che dopo la sua vittoria al GP di Toscana del Mugello, nona prova del Mondiale di Formula 1. Sulla t-shirt la scritta: “Arrestate i poliziotti che hanno ucciso Breonna Taylor”.
A cura di Michele Mazzeo
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La FIA sta indagando su Lewis Hamilton per la maglietta indossata prima e dopo il GP della Toscana al Mugello con un messaggio in riferimento alla sparatoria di Breonna Taylor. La Federazione Internazionale dell'Automobile, secondo quanto riportato dall'emittente britannica Sky Sport UK, avrebbe dunque aperto un procedimento per far luce sul gesto del pilota britannico della Mercedes.

Il sei volte campione del Mondiale di Formula 1 dopo aver trionfato in gara è salito sul gradino più alto del podio del circuito di proprietà della Ferrari con una maglietta che nella parte frontale riportava le parole "Arrestate i poliziotti che hanno ucciso Breonna Taylor" mentre sul retro sotto la scritta "Dici il suo nome" era raffigurata l'immagine della 26enne operatrice sanitaria afroamericana uccisa lo scorso marzo a colpi di arma da fuoco da agenti della polizia in borghese che avevano fatto irruzione nella sua abitazione a Louisville in Kentucky, negli Stati Uniti.

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Il 35enne di Stevenage, grande sostenitore del movimento anti-razzista Black Lives Matter, durante i festeggiamenti per la sua 90a vittoria in carriera non si è limitato soltanto ad indossare la t-shirt ma ha anche lanciato il suo messaggio durante le interviste post-gara. "Giustizia per Breonna Taylor" è infatti la frase con cui ha concluso l'intervista a caldo rilasciata alla F1 prima di salire sul podio.

Mentre in successive interviste ha detto a riguardo: "Mi ci è voluto molto tempo per ottenere quella maglietta e volevo indossarla e far sapere che ci sono persone che sono state uccise per strada e c'è qualcuno che è stato ucciso a casa sua, solo perché erano entrati nella casa sbagliata, e quei ragazzi sono ancora liberi".

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