“È una vera tortura”: Mick Schumacher ‘frustrato’ dopo i primi due GP in Formula 1
Il debutto nel Mondiale di Formula 1 non è quello che Mick Schumacher aveva sognato. Nelle prime due gare, a causa di una vettura, la VF-21 della Haas, non competitiva, e anche di qualche inevitabile errore di inesperienza commesso, il figlio del leggendario Michael Schumacher si è ritrovato quasi sempre in fondo al gruppo. Una situazione che, nonostante in entrambe le occasioni abbia fatto meglio del suo compagno di squadra Mazepin, di certo non ha soddisfatto il 22enne tedesco.
Al termine del GP di Imola chiuso al 16° posto (stessa posizione finale ottenuta nel GP del Bahrain del debutto assoluto in F1), Mick Schumacher infatti pur essendo felice per l'opportunità di correre in Formula 1 si è detto però frustrato dal fatto di essere sempre in fondo al gruppo senza poter competere con gli avversari: “Non mi rendo conto di cosa sto facendo quando sono in macchina, diciamo che le espressioni facciali sono sagge o le sensazioni sono sensate, adoro guidare quindi mi piace quello che sto facendo – ha infatti dichiarato ai microfoni dell'emittente britannica Channel 4 –. Ma non mi diverto quando non sono il primo, quindi è una specie di tortura guidare dietro senza una vera concorrenza".
Questo però non sembra aver demoralizzato il giovane Mick fiducioso di non aver preso soltanto il cognome dal papà, il sette volte campione del mondo di Formula 1 Michael Schumacher: "Penso che in generale che non puoi rendere tutti felici, ma so il mio valore e so cosa ho fatto per essere qui. Avere quel cognome non mi dà solo il cognome, ma potenzialmente anche i geni, quindi penso di avere un ottimo pacchetto di base e forse il miglior insegnante del mondo" ha infine concluso infatti il figlio d'arte.