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Cosa poteva fare la Ferrari prima del GP di Monaco per evitare il ritiro di Leclerc

Il team principal della Ferrari Mattia Binotto ha rivelato il motivo del ritiro di Leclerc nel GP di Monaco che potrebbe non avere nulla a che fare con l’incidente del monegasco in qualifica. Resta dunque da capire di chi è la responsabilità, cosa ha fatto la squadra sulla SF21 dopo il crash in qualifica e soprattuto cosa avrebbe potuto fare per evitare il ritiro prima della partenza del pilota che il giorno prima aveva conquistato la pole position.
A cura di Michele Mazzeo
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Il GP di Monaco 2021 di Formula 1 è ormai in archivio. Nonostante la gioia per il primo podio stagionale (grazie al 2° posto di Carlos Sainz), a tenere banco in casa Ferrari è il problema alla SF21 di Charles Leclerc che ha impedito al monegasco di prendere parte alla gara di casa dopo aver conquistato la pole position (ed essere poi andato a sbattere contro le barriere lasciando tutti i tifosi in apprensione) nelle qualifiche del sabato.

Riguardando le immagini del giro di ricognizione durante il quale il monegasco ha ravvisato il problema sulla sua SF21, si nota come la monoposto perda potenza nel momento in cui il pilota passa dalla terza alla quarta marcia (tanto che lo stesso Leclerc si è messo le mani sul casco, si è aperto in radio e ha detto: "No, no, no, il cambio? C'è un problema al cambio"). Tutti dunque, compreso il monegasco, hanno pensato che la Ferrari avesse tentato un azzardo per non perdere la pole, ma che questo non avesse avuto esito positivo.

Ma, stando a quanto rivelato dal team principal Mattia Binotto, il problema che non ha permesso a Leclerc di prendere parte alla gara monegasca non avrebbe nulla a che fare con il cambio e, probabilmente, neanche con l'incidente che ha visto il ferrarista sfortunato protagonista nei secondi finali delle qualifiche.

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Secondo il team principal del Cavallino infatti Binotto la SF21 di Leclerc è uscita dai box funzionante e solo alla curva 6 del giro di formazione si è manifestato il guaio al porta mozzo della ruota posteriore che ha fatto sfilare il semi-asse sinistro che ha costretto di fatto il monegasco al ritiro ancora prima della partenza. E lo stesso Binotto ha poi aggiunto che forse il danno non è conseguenza diretta dell'incidente in qualifica.

Questa spiegazione ha sollevato diversi dubbi, sia tra gli addetti ai lavori che tra i tifosi. Alla luce di ciò in molti infatti si sono chiesti perché la Ferrari nei controlli fatti dopo il crash nel Q3 non abbia controllato tutte le parti della monoposto ma soltanto il cambio (la cui sostituzione prima della gara sarebbe costata una penalizzazione di cinque posizioni in griglia di partenza) e la parte destra del telaio (il lato della vettura coinvolto nell'incidente). E in molti si sono chiesti cosa ha fatto (e cosa invece avrebbe potuto fare) la Ferrari sulla SF21 numero #16 tra il sabato sera e la domenica mattina per evitare il ritiro di Leclerc.

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Quello che sappiamo con certezza è che gli uomini del Cavallino hanno ispezionato ogni parte della SF21 per verificare eventuali danni del violento impatto contro le barriere in qualifica. Ovviamente sono state controllate con grande accuratezza tutte le parti che preoccupavano maggiormente (la scatola del cambio e tutta la parte destra del telaio), ma un controllo è stato fatto anche sulle parti più interne (come appunto la scatola della trasmissione nella quale si sarebbe poi verificato il problema emerso nel giro di ricognizione prima della gara) attraverso liquidi penetranti che evidenziano eventuali fratture nelle parti non visibili.

Ci si sarebbe potuti accorgere prima del problema evitando così il ritiro di Leclerc? Questo è il dubbio che nemmeno lo stesso Binotto è riuscito ancora a dirimere e che sarà sciolto soltanto una volta che la monoposto rientrerà in fabbrica a Maranello e verrà sottoposta ad accurate ispezioni:

"Da parte nostra, dobbiamo capire cosa è successo veramente e perché è successo – ha detto infatti il team principal della Ferrari al termine del GP di Monaco –. E, soprattutto, dobbiamo scoprire se avessimo potuto rilevare il problema nel parco chiuso fra sabato pomeriggio e mattina di gara. È davvero importante capire perché non abbiamo individuato un problema sulla macchina – ha poi aggiunto Binotto –. Il danno non c'era quando Charles è uscito dal box, ma si è manifestato alla curva sei. Le parti che sono state montate sulla macchina non hanno mostrato alcun cedimento. Quindi – ha infine concluso – nei prossimi giorni esamineremo tutti i particolari e i dati e avremo una risposta".

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C'è un'altra domanda che a riguardo si sono posti: cosa avrebbe potuto fare la Ferrari per evitare il ritiro di Leclerc? Senza aver ravvisato prima il problema, purtroppo non c'era nulla che la scuderia del Cavallino avesse potuto fare per consentire al monegasco di prendere parte alla corsa di casa: il regolamento del parco chiuso infatti consente di sostituire solo le parti che si è scoperto essere danneggiate sotto il controllo di un commissario FIA. Per tanto gli uomini della rossa sono intervenuti soltanto su quelle parti in cui hanno ravvisato danneggiamenti, vale a dire l'ala anteriore, la sospensione anteriore destra e il corner posteriore destro. A tal proposito dunque resta solo da capire se il danno al porta mozzo poteva o meno essere rilevato tra il sabato pomeriggio e la domenica mattina oppure se si è trattata solo di sfortuna.

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